REDAZIONE MASSA CARRARA

Tragedia in cantiere, le indagini. Accertamenti sui macchinari per la morte di Paolo Mariottoni

Rinviato l’esame autoptico su corpo dell’imprenditore massese ‘ucciso’ a Lido di Camaiore. Il magistrato chiede verifiche per capire come mai la lastra di vetro si è sganciata ed è precipitata

Paolo Mariottoni

Paolo Mariottoni

Massa, 12 aprile 2025 – E’ stata rinviata all’inizio della prossima settimana l’autopsia sul corpo di di Paolo Mariottoni, l’imprenditore 56enne morto lunedì pomeriggio in un terribile incidente sul lavoro avvenuto sul viale Pistelli a Lido Di Camaiore.

L’esame autoptico, affidato dalla Procura di Lucca al medico legale Stefano Pierotti, è stato al momento ‘congelato’ perché il Pm Antonio Mariotti vuole completare anche altri accertamenti per definire meglio eventuali responsabilità. Il fascicolo è aperto per omicidio colposo al momento contro ignoti. Ma non si esclude che nella prossima settimana qualcuno potrebbe venir iscritto nel registro degli indagati.

Gli aspetti tecnici su cui il Pm Antonio Mariotti sta concentrando la sua attenzione riguardano essenzialmente il sistema di bloccaggio a pinza cui era stata legata la grande lastra di vetro. Una ventosa con cui la lastra sarebbe stata portata da una gru fino all’ultimo piano dell’ex hotel in ristrutturazione. Perché la ventosa non ha tenuto? Perché la pinza si è aperta? Era stata posizionata male o c’era un difetto di fabbricazione? Era questo l’unico modo di ancoraggio o ce ne sarebbe stati altri? Tutte domande a cui la Procura attende delle risposte prima di valutare se iscrivere o meno qualcuno nel registro degli indagati e dar loro pertanto la possibilità di difendersi anche già nel corso dell’autopsia. Ovviamente solo dopo questi ulteriori accertamenti, la salma sarà messa a disposizione della famiglia per celebrare il funerale e dare l’addio a un uomo, un imprenditore, un architetto che era considerato un punto di riferimento nel settore del vetro. E che purtroppo ha perso la vita proprio mentre era al lavoro.

Paolo Di Grazia