REDAZIONE MASSA CARRARA

Parco della Padula, uno stato di degrado denunciato

La Padula, unico polmone verde di Massa Carrara, è preda di vandali, erbacce, incuria e rifiuti. I frequentatori lamentano disagi e mancanza di fontane, lampioni rotti e bagni pubblici sporchi. Una situazione di degrado che non fa onore alla città.

Il parco della Padula è preda di vandali, erbacce e incuria. Di questo non hanno dubbi i frequentatori abituali dell’unico polmone verde della città. Erba altissima nel parco giochi dei bambini, quello a pochi passi dal Villino Vittoria, dove manca una fontana. Ma l’erba alta in Padula è un po’ ovunque, con una vera e propria foresta di rovi in quelli che dovevano essere gli orti urbani. Il laghetto sopra la villa Fabbricotti non esiste più, completamente coperto da canne e varia vegetazione. Idem per lo spazio che un tempo era lo sgambatoio. Di fontane ne funziona solo una, e ciliegina sulla torta i bagni pubblici: uno è da giorni che non viene pulito, con conseguenti odori nauseabondi, l’altro continua ad essere chiuso a causa di un guasto. E poi lampioni rotti, bottiglie di birra, qualche siringa e lo sporco lasciato da qualche cittadino incivile che frequentano la Padula.

Uno stato di degrado che denunciano Serena Ambrosini e Fabio Conti, due habitué del parco. La coppia che risiede a Carrara, sale ogni giorno in Padula per fare una passeggiata con Aru, l’immancabile amico a quattro zampe. E da fruitori del parco lamentano tutta una serie di disagi, partendo dalla Torretta. "L’unico parco che abbiamo in città è trasandato – dice Serena – il parco giochi dei bambini è impraticabile per colpa dell’erba alta. Come fa una mamma a portare un bambino a giocare in mezzo a tutte queste erbacce? E poi vicino al parco non c’è neppure una fontana per poter bere o sciacquarsi le mani". Saliamo verso la villa e l’erba è sotto controllo, ci sono molti lampioni rotti e ora usati come cestini dei rifiuti. Arriviamo all’ulivo, la scultura di Dany Caravan, proprio sotto la villa Fabricotti che sta ospitando la mostra dedicata ad Ezio Bienaimè. "Mi metto nei panni di un visitatore – aggiunge Serena – per capire chi è l’autore dell’opera devo camminare due metri tra le erbacce". Ci incamminano verso i bagni pubblici, "sono giorni che sono sporchi se li gestissi io mi vergognerei a sapere che qualcuno li deve usare così".

Alessandra Poggi