Ancora bufera sul taglio della guardia anestesiologica ostetrica al Noa. A intervenire, questa volta, è l’ex direttore del Dipartimento materno-infantile, Paolo Migliorini. "Se è vero che il nuovo modello organizzativo garantisce la qualità preesistente, allora il modello precedente rappresentava uno spreco di risorse ingiustificato – afferma Migliorini –. Ma come si spiega che in quegli anni, grazie proprio a questo innovativo e qualitativamente rivoluzionario modello organizzativo, l’Ostetricia e Ginecologia Apuana fosse ritenuta un riferimento per l’utenza da La Spezia fino a Pisa, realizzando oltre che un servizio di altissima qualità nello specifico settore, la riduzione del numero di tagli cesarei e promuovendo il parto spontaneo nelle donne precesarizzate? Non solo, ma il numero di parti raggiunse la straordinaria cifra di 2000 nascita annuali!! Ebbene la risposta istituzionale alla crisi demografica attuale, non solo non promuove iniziative concrete per sostenere le coraggiose e un po’ temerarie donne che decidono di avere un figlio, ma taglia servizi di alta qualità in questo delicato ambito. Ebbene ci sono solo due possibilità: o siamo stati sciocchi sognatori prima o sono inavveduti e aridi organizzatori ora. Infine se occorre tagliare i costi della Sanità pubblica sono ben altri gli ambiti in cui va calata la scure".
Ad unirsi al coro sono anche le Donne dello Spi Cgil Massa Carrara che dichiarano: "Partorirai con dolore che la Bibbia aveva previsto prima che la medicina scoprisse le tecniche per evitarlo pensavamo fosse ormai acquisito e che dovesse rimanere come libera scelta della donna. Per questo siamo stupite e arrabbiate rispetto alla scelta, neanche confrontata con le organizzazioni sindacali, di adottare una nuova organizzazione per il servizio di anestesiologia che, così come definita dall’azienda sanitaria, rischia di togliere a chi partorirà al Noa la possibilità di scegliere di fare nascere la propria figlia o figlio senza soffrire in caso di un contemporaneo e altrettanto importante intervento salvavita. Ci uniamo per questo a chi ha chiesto alle istituzioni competenti di abbandonare gli atteggiamenti intimidatori nei confronti di chi dissente e di soprassedere a una scelta che va nel senso di limitare la libertà della donna rispetto a come partorire".