Si dimette Giovanni Ricci. Nel Pd c’è una vera e propria resa dei conti. A spiegare la sua scelta è lo stesso Ricci: "Cari segretario comunale Enzo Ricci e provinciale Enzo Manenti, rassegno le mie irrevocabili dimissioni da vicesegretario comunale di Massa e da segretario di circolo “Paesi a Monte di Massa”. Il clima che si è venuto a creare dopo il congresso comunale è divenuto insopportabile, troppi veleni, ripicche, ostacoli, alimentati e portati avanti spesso per scopi personali a discapito del partito. Le amministrative hanno sancito purtroppo il fallimento della composizione di centro sinistra, ma soprattutto il ritardo nella scelta del candidato sindaco, che ha portato nonostante gli sforzi degli aspiranti consiglieri comunali, alla rielezione del candidato di centro destra. Dall’analisi politica e dalle tre mozioni presentate durante l’assemblea, mi sarei aspettato da parte di tutta la dirigenza del partito una riflessione diversa. Invece si è concluso con la solita conta, anzi resa dei conti, assumendo un atteggiamento poco rispettoso della minoranza, la frase “Ascolto tutti, ma non mi fermo davanti a nessuno” risuona come “potete dire ciò che volete, io faccio ciò che voglio”, tracciando un baratro tra la base e il vertice del partito, tra la minoranza e la maggioranza del partito. Quindi rendendo vana la presenza di chi la pensa in modo diverso".
"Da qualche tempo il Pd ha trascurato, anzi ha dimenticato le ragioni stesse della sua nascita. Il Pd doveva essere il luogo dell’incontro, la sintesi tra le culture riformiste italiane; invece, è andato via via affermandosi un istinto di conservazione e una logica di separazione tra le diverse componenti del partito. Si è tornati indietro di decenni. Sono sempre stato leale con il Pd locale, mi sono adeguato alla maggioranza, adesso per me, non è più possibile esserci. Il solco tracciato tra il mio intendere l’impegno politico e l’attuale azione politica del Pd locale è troppo profondo. Sono profondamente convinto che in un partito occorra separare la fase amministrativa da quella politica e le conseguenze di avere un segretario comunale e anche capogruppo, danneggia sicuramente il Pd, minando il partito e la sua comunità. Il partito ha perso la sua vocazione principale, “essere una comunità”. Nel mio ruolo di vicesegretario, ho impiegato energie che nemmeno sapevo di avere, continuando a
svolgere i miei gravosi ma stimolanti impegni politici, in ogni giornata di questo viaggio che è stato faticoso ma che mi ha arricchito dal punto di vista umano e politico".