Per non dimenticare. Orsi e Lombardini. Spazio Alber1ca: storie di fede e di anarchia

Le vite dei due protagonisti della Liberazione saranno illustrate in un incontro speciale a due voci da Valdo Spini e Maria Mattei. Con la conferenza il circolo apre le celebrazioni del Giorno della Memoria.

Per non dimenticare. Orsi e Lombardini. Spazio Alber1ca: storie di fede e di anarchia

Per non dimenticare. Orsi e Lombardini. Spazio Alber1ca: storie di fede e di anarchia

Nel giorno della Memoria lo Spazio ALber1ca racconta due storie esemplari. Venerdì alle 21 nei locali dell’ex San Giacomo, l’attivissimo circolo terrà un evento speciale che vede protagonista la socia Maria Mattei impegnata nella narrazione della storia locale. Con l’autorevole Valdo Spini, presidente della Fondazione Rosselli, saranno illustrate due storie di umanità, coraggio, anarchia, antifascismo e fede: Jacopo Lombardini ed Ermina Orsi.

Una conferenza a due voci in cui Spini farà un ritratto di Jacopo Lombardini, partigiano, predicatore protestante. Nacque a Gragnana nel 1892, da famiglia repubblicana, si impegnò giovanissimo nella difesa dei diritti dei cavatori dopo essersi avvicinato alla Chiesa Metodista del Pastore Colucci. Studiò teologia a Roma e si trasferì poi nelle Valli Valdesi. Antifascista da sempre, fu perseguitato. Nel 1943 aderì al Partito d’azione e dopo l’8 settembre entrò nella Resistenza come cappellano commissario politico. Lombardini, pacifista, non impugnerà mai un’arma e affiancherà i partigiani lottando con le parole. Catturato nel marzo del 1944 durante un rastrellamento nazi fascista, finisce a Mauthausen e lì morirà un anno dopo. Sono molte le testimonianze di ex internati che raccontano come Lombardini abbia continuato a prendersi cura degli altri. Il suo insegnamento più grande è stato quello di non essere indifferenti e assumersi la responsabilità di combattere. È stato un uomo di fede, di cultura, un partigiano ed è stato definito un viandante della libertà che ha saputo seminare la fede e la speranza in chi ha incontrato.

La giustizia, la lotta contro il fascismo, l’amore per la libertà e il rifiuto dell’indifferenza sono le parole d’ordine che scandirono la vita di Erminia Virginia Orsi, toranese che salvò dalla morte molte persone. Emigrata in Francia per motivi politici, ma anche per amore, Erminia entrò nella Resistenza e soprattutto fece parte del movimento clandestino che aiutava gli ebrei a cercare una via di scampo. La giovane carrarese, la cui storia sarà narrata da Mattei, si occupò di accompagnare in treno centinaia di persone da Marsiglia, spesso dopo averle nascoste nella sua casa, fino al villaggio montano di Chambon sur Lignon. Era sempre lei che trovava i soldi e i documenti falsi per poter viaggiare. Chambon era allora un paese di 5mila anime, guidato dal Pastore Protestante Andrè Trocmè e da sua moglie Magda. In quei luoghi, grazie alla collaborazione di tutti i paesani, trovarono rifugio e salvezza circa 5mila ebrei. Ecco perché Erminia si è meritata la medaglia di Giusta tra le Nazioni e il diritto di avere un suo albero allo Yad Vashem. Erminia che era nata a Torano nel 1911, diventata francese nel 1960, aveva molto in comune con Jacopo Lombardini. Non solo era nata tra i cavatori, ma come Lombardini aveva respirato gli ideali della comunità valdese. Sua madre Ginevra era una dei pochi protestanti di Torano. Hermine Orsi è una figura poco conosciuta. Fortunatamente, i ricercatori dell’Holocaust Memorial Museum hanno fissato i suoi ricordi in una bellissima intervista e il suo nome compare in alcuni libri di studiosi della Shoah, ma la sua vita che fu un vero e proprio romanzo è ancora tutta da studiare.

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