Natale, gioia, ma anche periodo di pensieri, per molte persone difficili. Lo spiega lo psicologo e psicoterapeuta Vittorio Arcolini. "Il Natale rappresenta un tempo di festa per tutti, anche per i non credenti, assumendo talvolta significati diversi da quello religioso, ma comunque vissuto come festa legata alla famiglia, all’inclusione, alla solidarietà, allo scambio, al rinnovamento. Natale come rinascita continua".
"Può essere difficile scorgere oggi la “stella cometa” – prosegue – e la direzione da seguire in un mondo caratterizzato da “liquidità sociale” dove il cambiamento e l’incertezza sono le uniche certezze. Un mondo sempre più complesso, globalizzato, digitalizzato, avanzato, ma anche sconvolto da guerre, crisi economiche, migrazioni, pandemie. Testimonianze allarmanti, talvolta contrastanti che alimentano turbamento e disorientamento. Ci sono situazioni difficili ma possiamo vederne anche di valore, o da valorizzare e poter apprendere quanto di bello e positivo può avvenire intorno a noi. Vedere con occhi diversi. Cogliere modelli positivi e propositivi".
"È scientificamente riconosciuto come tanti disturbi d’ansia, insonnia, somatizzazioni, sono conseguenti all’insistenza sulle negatività senza orizzonti di senso e di speranza – spiega –. Spesso l’annuncio di un evento lo fa essere, anche per la ripetitività espositiva. Particolarmente i giovani possono sentirsi impotenti di fronte a linee guida contradditorie incrementando smarrimento, scoraggiamento o sfociare verso manifestazioni oppositive di rabbia, aggressività, distruttività. Cerchiamo di riattivare dentro di noi facoltà e risorse biologiche, psicologiche, sociali e spirituali di apertura a fronte di rischi, avversità, paure. Dicasi resilienza. La capacità di far fronte allo stress e alle avversità uscendone rafforzati, riorganizzando positivamente la propria vita e le proprie abitudini a seguito di eventi critici negativi. Comunicare speranza, fiducia e salvaguardarci dai veri pericoli di pessimismo senza scampo o da speranze illusorie senza fondamento".
"Nel periodo natalizio possono aumentare richieste di aiuto da parte di persone sofferenti per l’acuirsi di stati di isolamento o di malesseri indotti. “Sindrome da Natale”. Il “Christmas Blues” per gli anglosassoni – spiega –. Non sempre l’aria di festa, di allegria e di famiglia viene vissuta con spirito gioioso e spesso le persone si trovano a fronteggiare malesseri interiori quali tristezza e solitudine. Possono essere le risposte emotive ad un clima di forzata ed imposta felicità, e in certi casi a traumi, violenze, abbandoni. Impariamo a vedere e operare fiduciosi nell’ottica educativa e formativa del crescere e far crescere insieme. Con gentilezza. Soprattutto con i giovani. Il futuro è la nostra destinazione solo se è un viaggio che facciamo insieme. Andare oltre l’esposizione, decodificare, penetrare profondamente nel suo significato e confrontarla con i valori e i significati nei quali ritrovare la nostra identità. Sia Natale per rinascere ogni giorno, con rinnovata fiducia. Natale non solo per aprire regali ma anche per aprire occhi e cuori al buono, al vero, al bello".