
Motociclisti (foto di repertoio)
Massa, 2 marzo 2016 - «SEMBRAVA un film. Sono entrati nel locale uno dietro l’altro, con giubbotti da motociclista, poi il primo ha alzato un braccio e gli altri si sono divisi in tre gruppi. Si sono gettati sui nostri tre buttafuori e li hanno massacrati di botte. Poi, dopo meno di due minuti, se ne sono andati. E’ stato terribile». Michele, l’ex gestore del «Baraonda», il celebre locale che era in via Stradella al Cinquale, ha raccontato così, ieri mattina in Tribunale a Massa, il pestaggio a cui ha assistito la sera del 25 marzo 2011.
Quel giorno lui era alla cassa e a pochi metri c’erano Nicola, Vincenzo e Cristian, i tre buttafouri. Gli assalitori, tutti uomini adulti «avevano tra i 40 e i 50 anni, non erano ragazzi – ha raccontato l’ex gestore» entrarono in silenzio, picchiarono e uscirono quasi senza dire una parola. «A me hanno detto solo ’Tu togliti dalle p...e» ricorda Michele. Un pestaggio da professionisti, che tolse ai presenti la voglia di intervenire. Ma qualcuno, quando gli aggressori fuggirono a bordo di un pulmino e di una vettura, riuscì a prendere un numero di targa. Non era facile perchè le targhe erano nascoste da un coperchio di cartone. Ma un mezzo, durante la fuga, urtò un vettura e perse il cartoncino. E il testimone, malgrado l’oscurità, prese il numero.
PROPRIO DALLA targa iniziarono le indagini che hanno portato la squadra mobile di Massa a scoprire un mondo, quello delle bande di motociclisti, semi sconosciuto. E al cui interno vige l’omertà. A raccontare, passo passo, le indagini è stata il commissario Elisabetta Moretti. E’ stato l’investigatore a spiegare come dalla targa è risalita all’auto, di proprietà di una società il cui titolare ha negato di far parte di un gruppo di motociclisti ma una verifica nel sito on line di una banda ha permesso di vederlo con giubbotto e adesivi. Particolare inquietante. Le indagini sono iniziate senza che i tre aggrediti abbiano mai sporto denuncia. Alla domanda se anche loro fossero motociclisti, i tre, una volta usciti dall’ospedale, negarono. E nessuno li ha più visti, al «Baraonda».
Ma la squadra mobile li ha identificati come presunti membri dei Mongols, una delle bande in cui si dividono i motociclisti. Gli aggressori sarebbero, ma il condizionale è d’obbligo, Hells Angels, rivali storici di una altra grande banda, i Bikers. Ad interrogare i testi, il Pm Emilio Barbieri, il giudice Alessandro Trinci e i difensori dei quattro imputati. Una curiosità. Durante l’udienza in aula c’erano diversi uomini della Squadra Mobile, tra cui lo stesso vicequestore (e capo della Mobile) Antonio Corcione. Prossima udienza l’11 maggio.