REDAZIONE MASSA CARRARA

Peste suina, è allarme . Scoperti altri due casi

Analisi positive per la presenza del virus su due carcasse di cinghiale. Trovate nelle frazioni pontremolesi di Guinadi e Giaredo. Protestano gli allevatori.

Analisi positive per la presenza del virus su due carcasse di cinghiale. Trovate nelle frazioni pontremolesi di Guinadi e Giaredo. Protestano gli allevatori.

Analisi positive per la presenza del virus su due carcasse di cinghiale. Trovate nelle frazioni pontremolesi di Guinadi e Giaredo. Protestano gli allevatori.

Si allarga il virus della peste suina africana con la scoperta di due casi nel territorio di Pontremoli. "Ho sempre allevato bovini, pecore, cavalli, suini e per la prima volta in 90 anni nella mia famiglia non si è potuto tenere il maiale", sospira Giovanni, agricoltore della piana di Filattiera che tra pochi mesi compirà 90 anni. Le lamentele arrivano anche dagli altri allevatori della piana la cui attività è stata bloccata: "Le restrizioni e i rischi erano tali che in pratica in Lunigiana, anche nei tre Comuni liberi di Fivizzano, Casola e Fosdinovo, nessuno ha allevato e macellato maiali per uso casalingo. E così, per la prima volta da noi, è venuta meno una grande risorsa alimentare ed economica per le famiglie". Una risorsa messa a rischio dal numero dei cinghiali da tempo fuori controllo. "Protestiamo da anni – sottolineano – ma siamo sempre rimasti inascoltati e adesso si vedono le conseguenze".

E l’allarme sulla peste suina africana sale. Lo scorso anno nel Comune di Zeri era stata rinvenuta la carcassa di un cinghiale risultato contagiato: era stato il primo caso registrato in Toscana e si pensava di riuscire a contenere il virus, terribilmente contagioso ma innocuo per l’uomo. Le autorità si erano attivate emanando specifiche disposizioni per arginare l’espandersi della peste. Anche il mondo della caccia aveva fatto la sua parte con riunioni e battute di sfoltimento del cinghiale che, oltre ai gravi danni all’agricoltura, può trasmettere il virus della Psa ai suini. Ma la peste ora è arrivata ora a Pontremoli: una settimana fa un abitante di Guinadi a spasso con il cane si è imbattuto in un cinghiale morente sul ciglio della strada. Un ‘solengo’, un maschio di oltre un quintale. La segnalazione è arrivata subito alla la Polizia Provinciale, poi sono intervenuti Atc e veterinari dell’Asl. Sembrava che l’animale fosse rimasto vittima della scontro con un’auto ma il responso degli esami di laboratorio è inequivocabile: era positivo alla Psa.

Quattro giorni dopo da Giaredo un agricoltore ha allertato ancora la Polizia Provinciale dopo essersi imbattuto nella carcassa di un cinghiale nella campagna circostante il borgo. Anche in questo caso sono stati prelevati campioni poi sottoposti agli esami di laboratorio che hanno sentenziato la positività alla peste suina africana. Ora il dubbio è che si riesca a contenere il virus nei confini della Lunigiana.

Roberto Oligeri