L’attività venatoria, come consuetudine, era terminata il 31 gennaio scorso. Ora, per motivi di contrasto alla peste suina africana – tramite apposito decreto – la Regione ha prorogato la caccia al cinghiale in funzione di depopolamento nei Comuni di Fivizzano, Casola, Fosdinovo, Carrara, Massa e Montignoso. Si tratta di quei territori che nella provincia sono rimasti “liberi“, al momento indenni dalla peste suina africana. Una caccia particolare, denominata “attività di controllo e depopolamento“ della specie cinghiale. Sarà praticata nei giorni di: mercoledì, sabato e domenica con la tipologia tradizionale della “braccata“, con squadre che possono arrivare a un massimo di 40 cacciatori con i cani al seguito.
Per quanto riguarda le aree dove sono state rinvenute carcasse di cinghiali risultati ad esami di laboratorio postivi alla peste suina, si è saputo che nei giorni scorsi, nella ricerca di eventuali altri selvatici morti, sono intervenuti anche reparti delle forze armate.
La novità importante, consiste nel fatto che il commissario straordinario alla PSA, ha stabilito inoltre delle deroghe per effettuare delle “girate di caccia“, cioè delle battute di “depopolamento“ per la specie cinghiale che continueranno anche nei prossimi mesi nelle Zone 1: Aulla, Podenzana, Licciana, Villafranca, Bagnone, Comano. I giorni in cui verranno effettuate sono anche qui mercoledì, sabato e domenica. Vi sono però dei paletti ben precisi: queste azioni di caccia sono consentite esclusivamente a squadre al massimo di 15 cacciatori (in luogo di 40) con attestato di “bioregolatore“ e massimo 3 cani “limiere“, cioè cani addestrati a non inseguire il cinghiale che, fuggendo propagherebbe la peste in altre zone, bensi ad abbaiare, segnalando il punto circoscritto dove il selvatico si nasconde.
Queste “girate di caccia“, sono gestite da ATC MS13 e coordinate dalla Polizia Provinciale: continueranno nei prossimi mesi e rappresentano reali azioni di depopolamento nei confronti dei cinghiali senza distinzione di sesso o età. Anche il Comune di Tresana, originariamente per motivi di distanza dai luoghi dove sono state trovate carcasse positive alla psa,inserito in Zona 2, non confinando però direttamente con le zone infette, ha ottenuto deroghe da parte del commissario, e già da metà dello scorso dicembre ha visto lo svolgimento di battute di depopolamento sul territorio.
Roberto Oligeri