di Andrea Luparia
Forse imparerà il famoso detto “chi va piano va sano e va lontano“ e soprattutto resta calmo e non finisce in tribunale, Roberto Ghizzardi, il lunigianese condannato a 12 mesi ieri mattina dal giudice monocratico Ermanno De Mattia. A raccontare l’accaduto è stato la sua vittima, un signore anziano, anche lui lunigianese, che nel 2020 (in piena emergenza covid) era alla guida dell’auto nel tratto di strada tra Monti e Licciana Nardi. Un punto con tante curve, dove bisogna essere prudenti. Lui era sulla sua Peugeot 106 ed aveva accanto Enrica, una signora che lavora come cameriera in un bar di Licciana Nardi. Guidava piano e questo probabilmente non piaceva al conducente di una super accessoriata Alfa Romeo color argento metallizzato. Che l’ha superato a tutta velocità: affiancandolo, il conducente del bolide ha insultato pesantemente l’anziano lunigianese che ha risposto. Pochi metri dopo, ha visto l’Alfa in mezzo alla strada che bloccava il transito. Si è fermato e ha visto il conducente del bolide andare verso di lui: "Sembrava un masso che rotolava, grande e grosso: era più largo che lungo - ha detto rispondendo alle domande del Pm - . Aveva la divisa della Croce Rossa, gialla con una banda rossa. Purtroppo avevo il finestrino dal mio lato abbassato a metà. Ha infilato dentro prima un braccio, poi anche la testa e ha iniziato a colpirmi e ad insultarmi. Io ho la sciatica ed ero anche bloccato dalla cintura che si era incastrata. Mi sono spostato verso il sedile del passeggero. Ero spaventato. Lui picchiava, mi tempestava di colpi, io cercavo di ripararmi e lui mi colpiva al braccio sinistro e alla mano destra. Ad un certo punto deve avere visto che c’erano altre auto ferme in coda, ha smesso di picchiarmi e ha dato dei calci alla portiere e al bagagliaio della mia macchina: alla fiancata sinistra, quella del conducente. Poi è risalito sull’Alfa ed è scappato. Anche le altre vetture sono ripartite, purtroppo non le ho fermate e non ho preso le targhe, ero sotto shock. Sono andato dai carabinieri a sporgere denuncia, poi mi sono fermato in un bar e una persona mi ha consigliato di andare al pronto soccorso. Ci sono andato e i medici mi hanno visitato. Per fortuna chi era con me l’aveva riconosciuto. Andava spesso nel bar dove lavorava. E’ del 1959 ed è un culturista. L’ho visto sui social e l’ho riconosciuto anch’io. Sono anche andato dal carrozziere. Il preventivo per riparare l’auto presa è calci è 1.500 euro più iva".
La difesa ha cercato di indebolire la testimonianza dell’uomo puntando su presunte lacune dell’inchiesta e chiedendo l’assoluzione per le lesioni e il minimo di pena per i danneggiamenti dell’auto. Ma il giudice ha impiegato pochi minuti per la sentenza. Roberto Ghizzardi è stato condannato a 12 mesi, pena sospesa a condizione che paghi le spese processuali, paghi la parte civile (per 1.600 euro) e i danni, calcolati in 10mila euro.