Un pitone di quattro metri è stato curato e salvato alla clinica San Minianimal di Ponte, a Egola, nel comune di San Miniato. Salvato dopo aver mangiato una vaschetta di polistirolo contenente cosce di pollo. Il pollo l’avrebbe digerito senza problemi. Il polistirolo no. E avrebbe seriamente rischiato di morire. Così, anche per uno dei massimi esperti "in non convenzionali" (come vengono definiti gli animali meno comuni) come il dottor Daniele Petrini, che presta servizio anche alla clinica di Ponte a Egola, trovarsi di fronte un pitone di quattro metri con lo stomaco interdetto da una scatola di polistirolo è stato caso unico. Eppure è successo. Alla clinica veterinaria San Minianimal, l’altro giorno il proprietario, che vive a Carrara, ha portato il pitone che aveva mangiato le cosce di pollo con tutta la confezione. Da Carrara è arrivato direttamente a Ponte a Egola, alla ricerca del dottor Daniele Petrini, uno dei massimi esperti di "animali non convenzionali".
"Il proprietario aveva lasciato inavvertitamente aperta la teca dove solitamente vive il serpente – spiega la dottoressa Sara Lelli, direttore sanitario della clinica – Così il pitone è uscito e ha fiutato il pollo che si trovava su un piano della cucina e l’ha mangiato con la vaschetta di polistirolo. La nostra clinica si avvale di uno dei massimi esperti in animali non convenzionali, il dottor Daniele Petrini, che ha effettuato gli accertamenti e deciso di effettuare una gastroscopia con la quale il polistirolo è stato avvicinato alla cassa cranica e alla bocca e poi tolto con una pinza. Senza intervenire chirurgicamente". Dell’equipe che ha effettuato il salvataggio del pitone, che altrimenti non sarebbe riuscito a digerire il polistirolo e non sarebbe sopravvissuto, hanno fatto parte anche le veterinarie Paola Leonardi e Marta Bianchi.
g.n.