
La casa colpita dalle fucilate
Massa, 23 aprile 2015 - SONO ARRIVATI a bordo di una moto, quando il buio era ormai calato su Massa e via dei Mori era deserta ed hanno sparato contro le finestre di un’abitazione, colpendo la persiana chiusa e, due volte, il muro circostante. Dopodiché si sono dileguati. Erano le una di ieri mattina. Tre colpi secchi, che hanno fatto sobbalzare i residenti dell’intera strada e impaurito la coppia di coniugi che abita nella palazzina rossa presa di mira dagli spari. Sul posto è intervenuta la squadra mobile con la scientifica che ha effettuato i rilievi alla luce delle torce. Non è stata resa nota l’arma utilizzata, anche se indiscrezioni parlano di un fucile, forse di una carabina di piccolo calibro. E proprio alcuni colpi di fucile erano stati sparati contro quella stessa casa di via Dei Mori, all’alba di lunedì 13 aprile, a poche ore di distanza dai cinque colpi di arma da fuoco esplosi nel quartiere dei Poggi, contro la casa della famiglia Ricci. Episodi che potrebbero anche non essere collegati, ma che ingenerano sospetti e che impongono verifiche, anche in considerazione dei rapporti di amicizia che intercorrono (o intercorrevano) fra i figli delle due famiglie prese di mira dagli spari. E’ vero che qualcuno ha minimizzato parlando di «teppisti», ma negli ultimi dieci giorni in città si è sparato tre volte e, in ben due occasioni, contro la stessa abitazione. Tutto è possibile, ma è lecito il dubbio che non si tratti di una casualità. Sapere che ci sono teppisti che girano armati e che colpiscono senza motivazioni e obiettivi sarebbe, forse, più preoccupante. L’idea prevalente, al contrario, è che si tratti di episodi circostanziati, che coinvolgono poche persone. Le indagini si stanno concentrando su varie ipotesi, ma sembrano privilegiare quella che porta a un collegamento fra la sparatoria dei Poggi e quella delle Cinque Vie. Poca collaborazione arriva dalla cittadinanza, che «non ha visto», che «dormiva, «che non ha sentito niente», salvo poi mormorare per le strade e nei bar. E’ successo dieci giorni fa ai Poggi, si è ripetuto ieri alle Cinque Vie. Gli investigatori vanno avanti e, dopo gli spari di due notti fa, non stanno sottovalutando il fatto che in quella casa abitano i genitori di Andrea Bonuccelli, il giovane che è un testimone ‘chiave’ della difesa di Andrea Mazzi nel processo per gli omicidi di Andrea Fruzzetti e Enrico Baria avvenuti nel dicembre 2013, ma che è anche indagato per alcune delle risse – inserite dalla procura nello stesso fascicolo riconducibile alla ‘guerra fra bande’ – che nel 2013 hanno sconvolto la vita notturna di alcuni locali del territorio. Non è da escludere che chi ha sparato per ben due volte contro quella stessa casa di via Dei Mori, arrivando in moto e utilizzando un fucile, non sappia che il giovane Andrea non abita più lì. Sempre ammesso che il bersaglio fosse Andrea: al contrario, se lo sapesse, il messaggio intimidatorio sarebbe ancora più preoccupante. La prefettura ha colto il disagio di questa parte di cittadinanza e ieri ha ribadito che il prefetto Giovanna Menghini è in costante contatto con il questore Francesco Misiti, che «nessun segnale viene sottovalutato» e che quanto sta accadendo in città richiede, ed ha, la massima attenzione. La prefettura ha inoltre assicurato che «saranno poste in essere tutte le azioni necessarie a ripristinare la sicurezza nel luogo dell’evento, ma anche quelle necessarie a far sì che la cittadinanza sappia che non è sola e che le forze dell’ordine sono presenti costantemente sul territorio».