
Polizia penitenziaria in agitazione "Ormai lavorare qui è pericoloso
Stato di agitazione fra i lavoratori della casa di reclusione di Massa, dichiarato dai segretari provinciali di Sappe, Osapp, Uil Pa Pp, Uspp e Cgil. Una decisione a cui i lavoratori e i sindacati arrivano dopo "il silenzio e inspiegabile immobilismo da parte del Provveditorato Regionale per i mancati esiti alle criticità da noi rappresentate, per le quali si è fatto interlocutore anche il Prefetto di Massa Carrara". Il Prefetto aveva incontrato i sindacati a marzo e si era fatto carico dei problemi sollevati dai rappresentanti dei lavoratori e dal ministero era arrivata l’intenzione di ‘decongestionare il numero dei detenuti’. Invece nulla. Lo stato di agitazione è la prima mossa con "l’intenzione di assumere ogni utile iniziativa a tutela dei i lavoratori della Casa di Reclusione di Massa". Prima di arrivare allo stato di agitazione, i sindacati ricordano di aver "provveduto a formalizzare le rivendicazioni, investendo ufficialmente le varie autorità e uffici competenti, mediante segnalazioni verbali, note formali, comunicati stampa, sit-in davanti all’Istituto, incontro con il Prefetto, per porre la giusta attenzione alle gravi carenze che da tempo affliggono l’Istituto massese nel quale, ogni giorno, svolgere il proprio mandato e garantire l’ordine e la sicurezza diventa sempre più pericoloso per ciascun operatore". L’elenco dei problemi è lungo e spazia dalla carenza di personale in vari reparti al sovraffollamento dei detenuti per citare quelle più gravi: "Sovraffollamento detenuti – scrivono i sindacati -, assegnazione di detenuti affetti da gravi patologie psichiatriche e tossicodipendenti, carenza numerica del personale di Polizia Penitenziaria e pianta organica inadeguata, carenza di personale medico infermieristico per la gestione dei detenuti affetti da predette patologie, carenza di personale amministrativo contabile (funzionari contabili e assistenti amministrativi)". I segretari provinciali dei sindacati rimarcano come ad oggi, nonostante incontri e promesse, "non si registrano interventi tangibili da parte dei superiori uffici dell’amministrazione penitenziaria, né a riguardo a specifiche disposizioni in merito né di provvedimenti di deflazione di detenuti" e si dichiarano disponibili a un nuovo incontro con il Prefetto di Massa per raffreddare la protesta.