C’è chi dice no. La maggior parte degli operatori del porto dicono un secco no al trasferimento della governance a Livorno. "Stare con La Spezia si è rivelata una mossa vincente – ha dichiarato Antonio Musso ad di Grendi –. Siamo fortemente contrari perché non ne vediamo la necessità e temiamo che il cambiamento possa determinare una penalizzazione. Come dicono gli sportivi ’squadra che vince non si cambia’. Penso sia un’iniziativa della politica che non porterebbe benefici organizzativi o operativi. La sinergia con La Spezia ha funzionato perchè i due porti sono complementari e si sono divisi i compiti. In questo caso i rischi sono alti. Un cambio di governance e di idee potrebbe costituire una battuta d’arresto al piano regolatore e questo è un rischio che certo non possiamo correre". Idem per gli agenti marittimi: Andrea Ghirlanda della Dante Ghirlanda si dichara nettamente contrario: "L’accorpamento con la Liguria ha dato buoni frutti: due porti piccoli che hanno collaborato e sono cresciuti insieme. Con Livorno rischiamo di essere fagocitati e penalizzati. I traffici sono simili, e Livorno potebbe fare la parte del leone".
Perplesso il rappresentte della Cna Gino Angelo Lattanzi che dichiara: "prima di tutto pensiamo al piano regolatore portuale che porterà crescita e ricchezza. Cambiamenti in corso potrebbero deviare dall’impegno sul prp che deve essere prioritario".
Fari puntati sul piano regolatore anche da parte della sindaca Serena Arrighi che sostiene: "Bene l’attenzione bipartisan sul porto, speriamo che lo stesso impegno ci sia anche per il piano regolatore con le certezze dei finanziamenti, la continuità nei progetti e l’impegno comune". E’ questo l’appello di Arrighi dopo il sì del consiglio regionale alla proposta di portare sotto l’egida toscana lo scalo. "Non posso che salutare con favore questo interesse bipartisan per il futuro del nostro porto – sottolinea Arrighi -. Sono convinta dell’importanza dello scalo per il presente e per il futuro del territorio. Il porto è una fondamentale chiave di volta per uscire da una logica di monoeconomia del marmo, è grazie alla sua presenza che importanti aziende metalmeccaniche investono sul nostro territorio e garantiscono migliaia di posti, per non parlare poi di un settore in ascesa come la nautica. Perché tutto ciò continui a crescere è prioritario e non più rimandabile l’approvazione del nuovo piano regolatore portuale, uno strumento che Carrara e tutta la sua provincia attendono da ormai 43 anni. Una volta approvato il nuovo piano regolatore consentirà una migliore razionalizzazione delle attività e permetterà a tante attività economiche di crescere ancora realizzando, per esempio, quel travel lift atteso ormai da tanti anni. Per tuttj questi motivi auspico che questo impegno bipartisan possa continuare fino all’approvazione del nuovo strumento urbanistico. Penso alla Lega che in questi giorni ha mostrato un rinnovato interesse per Marina di Carrara tanto da presentare lei stessa con i suoi consiglieri la proposta di delibera in Regione. Mi auguro che questa ritrovata attenzione sia reale e che si possa concretizzare in un impegno per l’approvazione del piano regolatore portuale, approvazione che, lo ricordo, dipende da un ministero a guida leghista". La sindaca conclude poi con alcune precise rischieste per il futuro del porto: "Qualsiasi sarà la decisione che verrà presa sulla governance dello scalo – aggiunge Arrighi – l’impegno mio sarà di avere garanzie per lo sviluppo dello scalo. Chiediamo il proseguimento tanto delle opere in corso, quanto a quelle in programma come per esempio il lotto 3 del waterfront per la cui progettazione è in corso un concorso di idee. Fondamentale, infine, sarà poi anche il mantenimento in città dell’attuale dirigenza,di tutto l’organico e di tutte le professionalità che in questi anni hanno ottenuto importantissimi risultati nella gestione del porto".