Porto, c’è chi dice no. Fai Conftrasporto contraria al ’ritorno’ dello scalo in Toscana

Il presidente Uggè: "La strategicità non può essere decisa a tavolino". E rincara la dose: "La Spezia è in linea diretta con il valico del Brennero".

Porto, c’è chi dice no. Fai Conftrasporto  contraria al ’ritorno’  dello scalo in Toscana

Il presidente Uggè: "La strategicità non può essere decisa a tavolino". E rincara la dose: "La Spezia è in linea diretta con il valico del Brennero".

"La strategicità di un porto non può essere decisa a tavolino da interessi locali". Con queste parole anche Fai-Conftrasporto per bocca del suo presidente Paolo Uggè, interviene sul dibattito sollevato dall’onorevole della Lega, Andrea Barabotti, che ha lanciato l’idea di trasferire la governance del Porto di Marina di Carrara dalla Spezia a Livorno, in altre parole dalla Liguria alla Toscana. Un dibattito che vede fronteggiarsi sostenitori e contrari della tesi lanciata per primo da Barabotti di accorpare Marina di Carrara a Livorno.

Uggè è contrario a cambiare rotta perché secondo lui "a volte certe proposte nascono senza tenere conto delle evidenze ambientali, economico e funzionali". In sostanza per Fai Conftrasporto, la più grande associazione di categoria degli autotrasportatori, trasferire le competenze dello scalo di Marina di Carrara dalla Liguria alla Toscana sarebbe dannoso a livello economico per tutta una serie di motivi legati alla logistica, ma soprattutto al flusso di merci che vengono movimentate grazie alla stretta vicinanza tra il porto di Marina di Carrara e quello di Spezia.

In particolare sostiene Uggè "senza tenere conto delle ripercussioni sul tessuto sociale – prosegue il presidente dell’associazione di categoria –. È il caso della proposta avanzata di trasferire il porto di Marina di Carrara dall’Autorità di sistema portuale del mar ligure orientale a quello dell’Autorità portuale di Livorno. La logica dei trasporti e della logistica si svolge sui flussi, e non su valutazioni politiche o interessi territoriali. Non v’è dubbio che La Spezia sia in linea diretta con il valico del Brennero, e quindi già questo dovrebbe far riflettere sulla funzionalità economica, sui flussi di traffico che ne derivano, e sull’inquinamento generato". "Le due realtà portuali, peraltro poco distanti, sembrano logisticamente destinate a rafforzare la loro funzione in favore dell’interesse economico non solo della Liguria – va avanti Uggè –, ma delle attività di autotrasporto e di tutte quelle esperienze professionali che in questi anni si sono sviluppate. I dati ne sono un’evidente conferma. Le imprese di autotrasporto e logistica che Fai-Conftrasporto rappresenta, non possono che dichiararsi fortemente contrarie all’idea, solo bizzarra o frutto di una logica solo politica di chi non possiede conoscenze di come la politica dei trasporti debba essere funzionale agli interessi del sistema Paese e non di potentati locali. Vi è poi anche un aspetto legato allo sviluppo turistico, che indurrebbe ad una riflessione attenta, onde non generare situazione sociale ed economiche drammatiche. Per queste considerazioni Fai-Conftrasporto, la maggiore federazione dell’autotrasporto presente nel Cnel attraverso la Conftrasporto-Confcommercio, si unisce alle voci fortemente critiche rispetto alla bizzarra idea, frutto o di superficialità e di scarsa conoscenza di quanto il sistema dei trasporti e della logistica sia essenziale per la competitività del sistema produttivo e dell’intera economia nazionale".

Insomma un dibattito sempre più vivace che è nato in parallelo all’iter di conclusione del nuovo piano regolatore del Porto di Marina di Carrara, uno strumento fondamentale per il futuro della struttura e dei terminalisti e per cui tutti, sostenitori e contrari all’accorpamento con Livorno, si augurano che giunta presto a conclusione.