Porto, piano da rivedere. Perplessità dai ministeri: "Occorre una soluzione meno impattante"

Conclusione della procedura di Valutazione ambientale strategica. Il parere di Mase e Mic tiene conto dell’erosione della spiaggia. Ci sono ’raccomandazioni’, ’suggerimenti’, ’condizioni’ e ’osservazioni’.

E’ stato pubblicato il 2 agosto sul sito del Ministero dell’Ambiente (Mase) il decreto, stilato dallo stesso Ministero di concerto con il Ministero della Cultura, che sancisce la conclusione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Vas) relativa al Piano regolatore portuale del porto di Marina di Carrara. E non si tratta di un’approvazione, come qualcuno vorrebbe credere o far credere. "Il decreto – afferma infatti Orietta Colacicco, presidente dei Paladini Apuoversiliesi, che segue la vicenda molto da vicino – conclude la fase di Valutazione Ambientale Strategica, che non vuole dire che approva il piano. Questo, infatti, dovrà essere rivisto seguendo le raccomandazioni, i suggerimenti, le condizioni e le osservazioni contenute nei pareri della commissioni del Mase del 19 aprile scorso e del parere del Ministero della Cultura del 23 aprile, che sono parte integrante dello stesso decreto".

Emergono, dal parere del Ministero dell’ambiente, le perplessità rispetto alla valutazione dell’area di influenza del porto sulle possibili conseguenze alla spiaggia, che da 500 metri è diventata prima 1 km poi 3,5 km. "Ma perplessità – continua Colacicco – anche sull’insufficienza dei dati relativi ai sedimenti, come dice la Relazione tecnica da noi e altre 10 associazioni commissionata all’Università di Pisa. L’aspetto di morfodinamica è ripreso in molti punti, con richiesta di dati tecnici quantitativi di deficit sedimentario portabile dalle nuove opere. Si sottolinea che non ci sono prove, per cui sarebbe superato il decreto del 2002, che prevedeva la possibilità di una nuova soluzione progettuale meno impattante di quella prevista, “non espandendosi oltre la foce del torrente Carrione, e che miri a una correzione dell’erosione anziché confermarla”. Nel parere si sottolinea poi che bisogna privilegiare opere di mitigazione rispetto a quelle di compensazione, oltre al fatto che tutte le integrazioni e correzioni vadano inserite prima dell’approvazione del Piano. Altro punto importante: si chiede di dettagliare i motivi che hanno portato alla scelta del progetto individuato rispetto alle 10 soluzioni esaminate. In pratica, si vuole sapere quali sarebbero i minori rischi per l’ambiente, e nel nostro caso per l’erosione costiera".

Il parere del Ministero della cultura invece insiste sulla necessità di una verifica archeologica e, relativamente all’erosione costiera, fa riferimento al decreto con parere contrario del 2002 rispetto all’ampliamento del porto. Ricorda anche nel decreto ministeriale del 3 febbraio 1969 prescrive che “non sono ammessi interventi suscettibili di innescare o aumentare fenomeni di erosione della costa“.

Firmato dal ministro dell’ambiente Gilberto Picchetto Fratin e dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, il Decreto è articolato in quattro articoli e al quarto punto delle Disposizioni finali e pubblicazioni richiede “una dichiarazione di sintesi che deve illustrare in che modo le raccomandazioni, i suggerimenti, le condizioni e le osservazioni sono state integrate nel piano e vuole che dopo l’approvazione del Piano si provvede alla pubblicazione della documentazione.

"In buona sostanza – commenta Orietta Colacicco – c’è molto lavoro da fare per il porto e, soprattutto, va trovata una soluzione, la meno impattante. Del resto noi lo avevamo già anticipato nel nostro convegno spettacolo del 6 maggio scorso al Teatro Guglielmi di Massa: non siamo contro una razionalizzazione del porto, ma a nostro avviso bisognerà rinunciare a qualcosa se non si vuole turbare e in modo definitivo e irreversibile il territorio già martoriato, dove il litorale è al limite e se non si vuole, come ha detto Il professor Sarti durante il convegno, che il rischio passi da erosione a sommersione. Noi siamo vigili e pronti ad altri passi".

Intanto fra ottobre e novembre è atteso anche il parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, che segue diversa procedura. "Come ci ha scritto la responsabile del procedimento Vas – conclude Colacicco – l’approvazione del Piano regolatore del porto è competenza del Ministero delle Infrastrutture e quindi del ministro Matteo Salvini".