"Porto, prima il Prp". La Cisl tira le orecchie alla politica locale: "Incapace di decidere"

Il sindacato confederale e di categoria analizza la penalizzazione data dalle aree vaste: "La Liguria ci ha danneggiato a suo vantaggio. Le istituzioni non ci difendono e non hannno alcun peso decisionale" .

"Porto, prima il Prp". La Cisl tira le orecchie alla politica locale: "Incapace di decidere"

La Spezia o Livorno, purché si proceda con il piano regolatore. La Cisl e la Fit Cisl intervengono sul dibattito sul porto che ha spaccato l’opinione pubblica e gli operatori dell’economia del mare e tira le orecchie alla politica locale che assiste inerme a proposte e interventi. "La cittadina, attratta da forze a essa ben superiori, incapace di rimanere unita, si sfalda e si divide, poco dignitosamente – scrivono dal sindacato –. Chi va di, qua chi va di là. Il porto, argomento da sempre divisivo, continua a operare con un tonnellaggio almeno triplo rispetto ai suoi minimi storici, quando era una sola Port authority. I dati vanno saputi leggere visto che il triplicare delle merci non si è tradotto in altrettanta forza lavoro. Chi ha fatto aumentare il tonnellaggio è Grendi con i suoi container.

La stessa politica è divisa, con il grande silenzio di Livorno. Per la Regione Toscana è intervenuto Eugenio Giani a favore ovviamente della Toscana. La risposta del governatore, pronto a rientrare in campagna elettorale, sia stata un impulso per non rimanere indietro all’intraprendente leghista Andrea Barabotti. Giani erede di quella politica che nel 2016 ha preferito esiliarci anziché gestirci. Per non parlare della aree di crisi complessa, concesse a Livorno e Piombino mentre qui è area di crisi semplice.

Non per ultime le organizzazioni di area vasta toscane, tipo Asl, rifiuti, acqua, ecc., dove Pisa e Livorno fanno la voce grossa. Per la Liguria è intervenuto il vice ministro Rixi, con delega ai ‘porti’.

Il Pd spezzino ipotizza, invece, l’entrata della Spezia, con Marina, in Toscana. Tra tutte queste incertezze, il personale locale marinello della Adsp è stato trattato male dai nostri vicini d’oltre regione che si sono comportati da “padroni piglia tutto”. Il personale della sede marinella ridotto ai minimi termini, funzioni e competenze spostate su La Spezia, ruoli scippati a favore del personale spezzino e non per funzionalità ma per gratificare qualche dipendente con un aumento salariale o metterlo nelle condizioni di fare incetta di ruoli, creandosi così un “salvagente” in ottica di futuri assetti di governance. Interessante sarebbe conoscere il parere di esponenti politici della Lunigiana, considerato che il raddoppio della Pontremolese è l’antidoto alla marginalizzazione. Sembra strano che, nell’imminenza della valutazione del ministero dopo 43 anni per il Prp, nasca questo polverone".

In attesa della riorganizzazione nazionale dei porti, la Cisl e la Fit Cisl sottolineano la necessità e la priorità "di portare a casa il piano regolatore portuale. Ci sono dei momenti dove le cose vanno dette e scritte nell’interesse della comunità che a vario titolo ci si propone di rappresentare e come Cisl crediamo che il dilemma non sia rimanere con La Spezia o andare con la Toscana, ma sia il poter “contare qualcosa”, essere rappresentati nella governance e anche essere rappresentativi, avere voce in capitolo e poter gestire le sfide a favore dei lavoratori e dell’economia del territorio. Purtroppo però l’esperienza con La Spezia sull’Adsp, ma anche l’esperienza nelle aree vaste della Toscana, ha evidenziato fino ad ora tutto il contrario. Si torna sempre lì, cosa ha seminato e cosa sta seminando la politica locale?".