
Il parapetto non aveva nessuna capacità contenitiva e il pilastro di cemento era privo di qualsiasi armatura. Una barriera dunque troppo debole per fermare il peso di uno scooter seppur la velocità in quel momento fosse davvero ridotta. Elisa Bongiorni è caduta nel canale ’Albachiara’ sull’Aurelia nel pomeriggio del 22 gennaio dello scorso anno e il suo corpo trasportato dalla corrente venne ritrovato il giorno dopo sulla spiaggia di Marina di Carrara. Un morte terribile per la donna cinquantenne, molto conosciuta per la sua attività di portalettere, che però avrebbe potuto essere evitata garantendo cura e manutenzione al ponticello su via Aurelia, al confine tra i Comuni di Sarzana e Fosdinovo, dal quale la donna è precipitata in sella al suo scooter mentre da Sarzana si stava dirigendo a casa a Castelnuovo Magra.
L’incidente probatorio disposto dal giudice delle indagini preliminari Fabrizio Garofalo del Tribunale della Spezia affidandolo all’ingegnere Fabio Bernardini si è concluso con una amara considerazione che adesso sarà oggetto del processo nel quale sfileranno diversi enti competenti. Quella infrastruttura infatti, collegata a via Aurelia, ha visto nel corso degli anni i passaggi dalla Provincia della Spezia a Anas, cessione avvenuta il 31 gennaio 2011, fermo restando però la competenza del Comune di Sarzana in quanto la strada è posizionata nel centro abitato. Quindi sono indagati tecnici e assessori comunali che negli ultimi anni hanno ricoperto vari ruoli. La famiglia della povera Elisa Bongiorni si è affidata all’avvocato Alessandro Silvestri della Spezia che a sua volta si avvale della consulenza tecnica dell’ingegnere Marsilio Pianigiani.
Sono stati iscritti nel registro degli indagati proprio per le funzioni svolte in passato gli architetti Giovanni Mugnani, Stefano Mugnaini, l’architetto Andrea Donati, l’ingegnere Franco Talevi e gli assessori Barbara Campi e Massimo Baudone. La rosa del collegio difensivo è formata dagli avvocati Emilio Soppelsa, Francesco Frati, Paolo Bufano, Daniele Caprara, Alessandro Rappelli, Fabio Sommovigo, Raffaella Nardone, Carlo Rampi, Alessandro Pontremoli mentre i consulenti tecnici sono gli ingegneri Maria Carmela Iaconis, Stefano Pasquali, Francesco Del Cesta, Roberto Vallarino, Pilade Fiorini e Fabio Francini. La parte offesa, Alba Bongiorni sorella di Elisa, si è affidata all’avvocato di fiducia Alessandro Silvestri e al consulente ingegnere Marsilio Pianigiani. L’incidente probatorio si è dunque concluso stabilendo che il parapetto fosse insufficiente, non saldato e per questo dall’urto dello scooter si è staccato insieme al pilastro centrale di cemento. Il motociclo su quella strada con limite al 50 chilometri orari, tenendo conto del diluvio che in quel tardo pomeriggio si stava abbattendo sulla zona, viaggiava intorno ai 30 chilometri orari almeno da quanto risulta dalle telecamere private del distributore di carburanti. La povera Elisa Bongiorni forse tradita dalla pioggia, dalla nuvola d’acqua sollevata dai mezzi che la precedevano o forse urtata, ha perso la traiettoria centrando il ponticello. Il perito ha stabilito che se fosse stata posizionata una sbarra conforme al dispositivo del Ministero dei Trasporti l’urto avrebbe deviato lo scooter verso sinistra rimanendo comunque sulla sede stradale. Adesso il ponte è "blindato" da transenne e blocchi di cemento ma il 21 gennaio di un anno fa non era così protetto. Un quadro che adesso aprirà il processo e le tesi difensive di legali e ingegneri.
Massimo Merluzzi