
Power Marine, stop al ricorso sulla variante per Sogegross
E’ stato bocciato dal Tar di Firenze il ricorso presentato da Power Marine contro la variante Sogegross e per ottenere dagli enti pubblici coinvolti l’esproprio dell’area, lotto ex Dalmine, da parte degli enti pubblici coinvolti, ossia Comune di Massa e Consorzio Zona industriale apuana. La sentenza dei giudici amministrativi è stata pubblicata ieri e respinge sotto tutti i profili le doglianze di Power Marine che contestava la trasformazione urbanistica perché interessata alla stessa area, a soli 600 metri di distanza da un lotto che la stessa ha in affitto per lavori in appalto da Azimut Benetti. Il ricorso per i giudici è inammissibile per "carenza di interesse e di legittimazione nei confronti dell’attuale ricorrente che può vantare solo un interesse di mero fatto all’annullamento degli atti impugnati".
La domanda presentata da Power Marine al Comune per l’esproprio dell’area, successiva a quella di variante, non diventa "una legittimazione ad impugnare provvedimenti che nulla hanno che vedere con detto procedimento, essendo diretti a sancire la non necessità di procedere alla Valutazione ambientale strategica e con riferimento ad un’istanza di variante urbanistica proposta dalla controinteressata". E neppure il contratto di affitto di un’area ‘adiacente’ a 600 metri di distanza può essere "sufficiente a fondare una legittimazione ad agire". La "mera vicinitas non è sufficiente a radicare la legittimazione a ricorrere, occorrendo la dimostrazione circa i danni patrimoniali subiti e, in generale, circa il deterioramento delle condizioni di vita che ne risulta".
Gli atti approvati dal Comune, inoltre, che sottopongono la richiesta a Valutazione ambientale strategica e avviano l’iter di variante non ledono certo un interesse di terzi, rimarcano ancora i giudici. Il tribunale condanna quindi la società anche a pagare le spese di lite alle ricorrenti per 8mila euro.