MONICA LEONCINI
Cronaca

Premio ’La Preda’ dedicato all’olio Evo

Tutto pronto a Filattiera per il premio ‘La Preda’ 2025, in programma oggi. Un riconoscimento al miglior olio extravergine di...

Tutto pronto a Filattiera per il premio ‘La Preda’ 2025, in programma oggi. Un riconoscimento al miglior olio extravergine di oliva, scopo principale della manifestazione è infatti creare cultura dell’olio d’oliva extravergine, tra produttori e consumatori. Al mattino, dalle 9, al circolo di Caprio verranno assaggiati gli oli da tre esperti, seguirà un pranzo didattico con abbinamento olio e cibo. Nel pomeriggio, dalle 15, al centro Tiziano Mannoni di Filattiera la conclusione della giornata: verranno fatti assaggiare al pubblico i vari oli e ci sarà la possibilità di comprare prodotti del territorio. Al convegno Gianluca Barbieri e Vittorio Marcelli presenteranno rispettivamente i progetti regionali di Distretto biologico e Distretto rurale. E’ previsto l’intervento dei rappresentanti delle associazioni dei coltivatori Cia e Coldiretti che parleranno dell’importanza degli hobbisti per combattere la diffusione di malattie dell’olivo. Ma da dove deriva il nome ‘La Preda’? E’ il nome del sasso che veniva scavato, formando un contenitore dove una volta veniva messo l’olio d’oliva in Lunigiana. A margine del premio, assieme alla Cia, verrà poi proposto un corso di potatura: il recupero degli oliveti abbandonati è un servizio fondamentale per il recupero del paesaggio, la conservazione delle tradizioni e la prevenzione del dissesto idrogeologico.

"Gli oliveti - dicono gli organizzatori - sono parte integrante della nostra identità culturale e paesaggistica. Ogni albero racconta una storia, ogni frutto è il risultato di secoli di lavoro e dedizione. Abbandonare questi tesori significa perdere una parte di noi stessi, delle nostre radici e delle nostre tradizioni. Ma il recupero degli oliveti non è solo una questione di memoria storica, è una necessità pratica perché gli oliveti ben curati aiutano a prevenire il dissesto idrogeologico, proteggendo il suolo dall’erosione. Oggi, più che mai, abbiamo la responsabilità di agire. Non possiamo permetterci di essere ricordati come la generazione che ha abbandonato il proprio territorio. Dobbiamo essere quella che ha saputo riscoprire il valore della propria terra, che ha saputo prendersene cura e tramandarla alle future generazioni".

M.L.