"Produzioni distrutte dai cinghiali". Allarme degli agricoltori messi ko

Licciana, neppure i fili elettrificati fermano gli ungulati: "In due anni subìti danni per 20mila euro"

"Produzioni distrutte dai cinghiali". Allarme degli agricoltori messi ko

"Produzioni distrutte dai cinghiali". Allarme degli agricoltori messi ko

Diventa sempre più insostenibile in Lunigiana, riuscire a produrre soprattutto cereali come grano, orzo, mais, senza subire perdite devastanti dalla selvaggina ungulata, in primis i cinghiali. E’ un grido di dolore quello che arriva ora dal territorio di Licciana Nardi dove un’azienda agricola della zona che possiede 12 ettari (qualcosa come 120mila metri quadrati) recintati con ben 3 fili elettrificati, non riesce a contenere i quotidiani assalti dei cinghiali al grano.

"Oggi siamo in procinto di dover mietere il grano, già decimato da una stagione meteo avversa e dai danni causati dai cinghiali che, pure in pieno giorno, nonostante la protezione elettrica, in un’estensione così grande riescono comunque a trovare un punto in cui passare per fare poi scempio della coltivazione – riporta un portavoce dell’azienda agricola Ricci Maria Teresa di Licciana – e mi rattristo vedere il sacrificio e la fatica dei miei familiari per portare avanti un’attività che, nel migliore dei casi, è giudicata più che marginale, andarsene in fumo. Il problema più grave è costituito dai terreni compresi nelle zone Anpil, ’Area naturale protetta interesse locale, Istituita nel marzo 2004, prima gestita dalla Comunità Montana, che è divenuta ‘terra di nessuno’. I danni nei terreni compresi nell’Anpil ‘Fiume Magra’ in Lunigiana – prosegue il portavoce dell’azienda – in due anni, sono stati di circa 20mila euro tra mancato raccolto, danni ai terreni e ai mezzi. Nulla è stato risarcito, non avendo l’Anpil un gestore. Fortunatamente qualcosa ci viene liquidato dall’Atc 13 di Massa-Carrara, benchè le loro quotazioni si basino sul prezzo del grano al mercato di Bologna. Come gli agricoltori della Piana di Filattiera, che rientra nell’Anpil Magra 2, e con i quali siamo sempre in contatto, auspichiamo che finalmente , soprattutto di fronte al problema della peste suina africana che sta stringendo d’assedio la Lunigiana – conclude il portavoce dell’azienda liccianese – si prendano in mano le redini di questa situazione così pesante ed insostenibile, in modo da poter risolvere il problema assillante degli ungulati e permettere agli agricoltori di poter coltivare i propri terreni anche in futuro oltre a risarcir loro i danni causati da questi invasivi selvatici che tutto distruggono al loro passaggio".

Roberto Oligeri