Progetto Copernicus. Lotta alla marmettola. Droni e satelliti in campo

La tecnologia in azione per monitorare le cave e le attività estrattive. Il modello di Arpat è condiviso al forum nazionale degli aderenti al piano.

Progetto Copernicus. Lotta alla marmettola. Droni e satelliti in campo

L’arrivo dei droni nei bacini estrattivi per monitorare il distretto

Integrare i dati dei droni con i satelliti sentinella del progetto Copernicus per monitorare le cave e le attività estrattive, in particolare quelle del bacino carrarese. L’esperienza di Arpat fa anche scuola e diventa un modello da condividere come accaduto alcuni giorni fa nell’ambito dell’evento Earth Technology Expo, il Forum nazionale degli Utenti Copernicus che ha organizzato la sessione Regional User Uptake dedicata agli sviluppi degli utilizzi di prodotti e servizi del programma Copernicus da parte degli utenti istituzionali. Arpat ha partecipato all’evento con i rappresentanti del Snpa e delle Regioni Toscana ed Emilia-Romagna con un contributo sull’utilizzo integrato di dati e servizi Copernicus e di dati acquisiti con droni, aerei e laser scanner nel monitoraggio ambientale delle attività estrattive.

Un passaggio preventivo: Copernicus è il programma di osservazione della Terra dell’Unione Europea, dedicato a monitorare il nostro pianeta e rende liberamente accessibili un’enorme quantità di dati e informazioni di monitoraggio del territorio e dell’ambiente in modo completo, gratuito ed affidabile. Particolare attenzione è stata rivolta all’integrazione di dati e servizi Copernicus con dati in situ, ovvero con dati rilevati sul territorio tramite reti di monitoraggio o rilievi svolti con sistemi Uas (ossia i droni), in applicazioni di monitoraggio ambientale: gestione della risorsa idrica, monitoraggio della qualità dell’aria, delle frane e delle attività estrattive, controllo dell’inquinamento luminoso, supporto alle attività di controllo e di gestione delle emergenze ambientali.

E’ stato inoltre illustrato lo stato dell’arte di due progetti formativi del Sistema Nazionale delle Agenzie, ai quali partecipa anche Arpat, sull’utilizzo dei prodotti Copernicus e dei sistemi Uas per il monitoraggio ambientale. Quest’ultimo percorso formativo ha visto svolgersi a Firenze, nel maggio 2024, una sessione di addestramento, organizzata da Ispra con il supporto di Arpat, che porterà alla redazione di una linea guida nazionale sull’utilizzo dei droni nel Sistema Agenziale. Arpat ha presentato un contributo sull’utilizzo integrato di dati Copernicus e dati rilevati da piattaforme aeree, droni e laser scanner terrestri per il monitoraggio delle cave, focalizzato sulle problematiche tecniche e ambientali poste dal monitoraggio ambientale di ampi comprensori estrattivi quali il bacino carrarese. Dati e servizi Copernicus, riprese aeree, rilievi con drone e laser scanner, si integrano tra di loro grazie alle rispettive caratteristiche e punti di forza e l’utilizzo congiunto è indispensabile in ambienti di cava complessi e nelle analisi multitemporali. In particolare è stato evidenziato come in ogni fase del ciclo di vita delle attività estrattive – autorizzazione, esercizio e ripristino post esercizio – i dati telerilevati costituiscano un indispensabile ausilio alle attività di monitoraggio ambientale.

I dati Copernicus, a minore risoluzione, vengono attualmente utilizzati per il monitoraggio pluriennale del consumo di suolo e la creazione di dati territoriali utilizzati nella modellazione idraulica e idrogeologica, mentre i dati ottici e lidar, provenienti da campagne di rilievi aerei finanziate a livello nazionale e regionale, consentono un monitoraggio di precisione. Monitoraggio utile non solo per vedere il cambiamento della copertura di suolo ma anche per la stima delle volumetrie movimentate. A partire dalle variazioni volumetriche è possibile costruire indicatori prestazionali relativi alla gestione sostenibile delle terre e rocce di scavo e della marmettola, utilizzabili per la verifica delle stime con i dati delle dichiarazioni Mud per i fanghi di segagione.

Infine, sono state riportate le attività sperimentali in corso con droni e laser scanner per il monitoraggio della deposizione di marmettola lungo due tratti di alvei fluviali. Nel primo caso, i droni, vengono utilizzati per la delimitazione delle aree sulle quali è stata riscontrata la deposizione della marmettola, mentre con il laser scanner è possibile stimare i quantitativi depositati nel corso del tempo.