Antenne e tralicci sono pericolosi per la salute e vanno combattuti. Il cinema di Villafranca era pieno, non per la proiezione di un film, ma per un incontro promosso dai cittadini impegnati nella lotta contro il progetto di realizzare un’antenna del 5G a Filetto. Nonostante la notizia della recente sospensione dei lavori, i residenti della suggestiva frazione hanno partecipato numerosi, per ascoltare rappresentanti del comitato Stop 5G La Spezia e Fiorenzo Marinelli, biologo e ricercare del Cnr.
"La Lunigiana sarà invasa da antenne – ha esordito Roberto Angeli del comitato –, esistono studi internazionali e nazionali di vari esperti che dimostrano i danni provocati, non esistono colori politici, bisogna impegnarsi per combattere questo tipo di progetti". In collegamento c’era Marinelli che ha lavorato per anni studiando gli effetti genetici dei campi elettromagnetici su cellule in coltura: ha fatto alcuni esempi pratici e offerto consigli.
"Le antenne telefoniche – ha detto – producono effetti come disturbi del sonno, difficoltà digestive, problemi cardiovascolari fino a 300 metri, effetti che diminuiscono allontanandosi dall’antenna stessa. Le onde millimetriche possono far male perché entrano nella pelle, sono ricevute dalle ghiandole sudoripare controllate dall’ipotalamo ed eccitano terminazioni nervose periferiche che inviano segnali al cervello. Tra gli effetti del 5G ci sono anche possibili ustioni locali. Il cellulare stesso può causare problemi, dovrebbe essere vietato sotto i 16 anni, le donne in gravidanza dovrebbero usarlo il meno possibile, tenendolo magari in modalità aereo. Se l’antenna 4G irradia il territorio, quella 5G crea fasci direzionali che vanno sull’apparecchio e seguono chi sta utilizzando il telefono".
Le conclusioni sono state affidate nuovamente ad Angeli, molte persone del pubblico hanno dimostrato contrarietà al progetto. "Non ci sono colori politici – ha evidenziato – si parla di difendere la salute dei nostri figli. Se l’antenna fa male, non c’è un posto migliore di un altro per sistemarla. La Lunigiana deve fare barriera, essere unita e compatta, i sindaci devono far sentire la propria voce per salvaguardare i cittadini. La Regione Toscana sta portando avanti uno studio sugli effetti, ma intanto permette la realizzazione di ripetitori. Noi non vogliamo andare via e lasciare questo territorio, in Italia ci sono già molti amministratori schiarati contro. Se c’è volontà da parte di tutti di unire le forze si può fare qualcosa".
Monica Leoncini