ALESSANDRO SALVETTI
Cronaca

Protezione civile cerca giovani, la grande missione di Prociv-Arci per aiutare i cittadini nelle calamità

Montignoso, l’associazione, guidata da Nerino Benedetti, da oltre 30 anni è al servizio delle popolazioni in difficoltà. Il referente Iuri Gabrielli: “L’età media è oltre i 40. E’ difficile riuscire ad attirare nuove leve”

Protezione civile cerca giovani, la grande missione di Prociv-Arci per aiutare i cittadini nelle calamità

Montignoso (Massa Carrara), 30 marzo 2025 – Dal ‘94 al servizio dei cittadini per aiutarli e soccorrerli tempestivamente in caso di calamità naturali. È la lunga storia della Prociv-Arci di Montignoso, che da oltre trent’anni è impegnata in attività di protezione civile su tutto il territorio provinciale ma anche in missioni di supporto in ogni angolo d’Italia. Dall’alluvione del Cardoso del 1996 al terremoto dell’Aquila del 2009, dall’esondazione del Serchio nel 1998 a quella del Carrione a Carrara nel 2014, fino alla recente alluvione di Dicomano dello scorso 14 marzo. Sono tante le emergente a cui i volontari dell’associazione hanno risposto presente nel corso degli anni. Una vera e propria missione la loro, il cui unico obiettivo è quello di fornire sostegno, senza alcun tipo di riconoscimento, alla popolazione colpita con la quale si crea un legame che resiste allo scorrere del tempo.

“In cambio di ciò che facciamo – spiega Iuri Gabrielli, referente dell’associazione presieduta da Nerino Benedetti – abbiamo il contatto umano, il grazie da parte delle persone. E non è poco. A Dicomano, due settimane fa, una signora ha insistito perché mangiassimo a tavola con lei e suo marito, mentre alcuni nostri volontari hanno ancora rapporti con persone che hanno vissuto l’alluvione del Cardoso”. Nata a fine 1994, in seguito all’alluvione del Cinquale, come evoluzione di una precedente associazione che si occupava esclusivamente dello spegnimento di incendi, la Prociv-Arci di Montignoso fa parte della Prociv-Arci nazionale e conta oggi oltre 40 volontari, 22 dei quali in possesso dell’abilitazione dopo il corso antincendio. “L’età media – sottolinea però Gabrielli – supera i quarant’anni ed è difficile riuscire ad attirare nuove leve giovani. I ragazzi spesso sono portati a chiedersi perché dovrebbero svolgere attività di volontariato quando già hanno un lavoro. Per ‘attirarli’ e incuriosirli noi partiamo sempre dalle attività nelle scuole, ma a Montignoso ci sono solo elementari e medie, quando invece servirebbero ragazzi di almeno 16 anni”.

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Interventi in provincia dei volontari di Montignoso

Le nuove generazioni restano comunque la chiave per guardare con maggiore fiducia ad un futuro nel quale, fra cambiamento climatico e aumento delle temperature, gli eventi estremi sembrano destinati a crescere di numero e di entità. “Nel corso degli anni – racconta Gabrielli –, come associazione abbiamo visto evolversi sia il meteo che gli incendi. Per non farsi cogliere impreparate le persone, e in particolare i bambini e i ragazzi che recepiscono meglio ciò che gli viene insegnato, devono avere fiducia nelle istituzioni. A Montignoso e Pietrasanta si sono rese conto che serve formare e informare i cittadini. Una persona informata infatti sa cosa bisogna e cosa non bisogna fare in caso di emergenze e i più giovani apprendono di più e più velocemente le istruzioni”.

Negli anni si è tuttavia ignorata l’importanza della prevenzione, con la mano dell’uomo che oggi contribuisce in modo determinante all’aumento dei rischi in situazioni di emergenza. “Il tempo e gli incendi sono cambiati, è vero, ma le persone – conclude Gabrielli – hanno continuato a costruire sui bordi dei fiumi e in tutta Italia molte amministrazioni lo hanno permesso. L’esempio lampante è il Vesuvio, attorno a cui il numero di case è praticamente triplicato dal ‘45 ad oggi”.