REDAZIONE MASSA CARRARA

Protocollo sicurezza all'Ospedale del Cuore: misure contro le aggressioni agli operatori sanitari

Firmato il protocollo tra Fondazione Monasterio e Prefettura di Massa Carrara per aumentare la sicurezza degli operatori sanitari.

Protocollo per la sicurezza dei sanitari dell’Ospedale del Cuore tra Prefettura e Fondazione Monasterio, sotto Marco Torre (. Foto di Paola Nizza

Protocollo per la sicurezza dei sanitari dell’Ospedale del Cuore tra Prefettura e Fondazione Monasterio, sotto Marco Torre (. Foto di Paola Nizza

di Ilaria Vallerini

Alzare l’asticella del livello di prevenzione all’Ospedale del Cuore, presidio sanitario di eccellenza sul territorio. Alla base, la diffusa escalation di aggressioni a discapito degli operatori sanitari. Per far fronte a questa emergenza è stato sottoscritto ieri da Fondazione Monasterio e Prefettura di Massa Carrara il protocollo per la sicurezza degli operatori sanitari. Di fatto si va ad implementare (con effetto immediato, ndr) le attività di vigilanza e controllo da parte delle forze dell’ordine, soprattutto nelle ore notturne che sono quelle più esposte a questo rischio: le pattuglie sia della polizia di Stato sia dei carabinieri che della guardia di finanza a turno vigileranno con brevi soste anche all’Opa e saranno pronte ad intervenire tempestivamente in caso di segnalazioni da parte del personale della struttura. Inoltre saranno potenziate anche le misure di vigilanza passiva. Un altro aspetto su cui si porrà l’accento sarà la formazione dei sanitari su più livelli, ovvero dal semplice infermiere fino ai suoi vertici come primario e direttore, e sotto profili tecnici e giuridici per esempio su tecniche di de-escalation in caso di aggressione (nulla a che vedere con l’autodifesa, ndr). Il protocollo prevede anche per questa voce una diretta collaborazione tra forze dell’ordine e medici. Alla sottoscrizione del protocollo avvenuta a Palazzo Ducale sono intervenuti il prefetto Guido Aprea, il questore Santi Allegra, il direttore generale della Fondazione Monasterio Marco Torre e il medico della direzione sanitaria di Monasterio, Niccolò Grassi. Erano presenti tra gli altri il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, il sindaco di Massa Francesco Persiani, la vicesindaca di Carrara Roberta Crudeli.

"Uno degli ennesimi tristi fenomeni e piaghe sociali dei nostri tempi sono le aggressioni ai sanitari. Ho detto più volte che siamo passati dal periodo del Covid in cui giustamente i sanitari venivano individuati come eroi a episodi diffusi di violenza. La forchetta va dall’aggressione verbale fino all’omicidio (come nel caso della dottoressa Barbara Capovani a Pisa, nrd). Le strutture sanitarie sul territorio sono diverse e abbiamo provato, con buoni risultati, a dare una risposta che possa essere unitaria per tutte ma con modalità differenti adeguate alle singole realtà. Ora a queste si sommano le misure per l’Opa, una struttura sanitaria che sentiamo ’nostra’ – ha detto il prefetto Aprea –. Una maggiore presenza delle forze dell’ordine unitamente alla formazione dei sanitari sono tanti piccoli tasselli che hanno anche una funzione di deterrenza".

"Ci stupisce, nonostante la fidelizzazione del paziente sempre più forte, che anche l’Opa (nonostante non abbia una Psichiatria o un vero e proprio Pronto Soccorso, che di solito sono i luoghi più esposti alle aggressioni) sia più minacciata rispetto a prima: al momento la casistica che ci riguarda sono episodi di aggressioni verbali e mai fisiche – ha spiegato il direttore di Monasterio –. Forse le istituzioni tutte, compresa la Politica, dovrebbero riflettere, a partire da questo protocollo, per trovare nuove modalità poiché abbiamo iniziato un percorso che ci porta ad un’escalation di ’fortificazione’ degli ospedali che a mio avviso dobbiamo fermare. Però oggi siamo qua a firmarlo convintamente per fare tutto ciò che è possibile al fine di tutelare i professionisti di Fondazione Monasterio".

Il dottor Grassi ha poi evidenziato come "l’impegno contro questi fenomeni nasce anche grazie ad una spinta della direzione generale dell’Opa che ha anche anticipato alcune misure di prevenzione che gli ultimi fatti di cronaca non hanno fatto altro che rinforzare. All’Opa è stato costituito un gruppo di lavoro apposito che ha sviscerato tutta una serie di tematiche: dalla formazione che è fondamentale per gli operatori per comunicare le modalità di gestione dei casi di aggressione, poi sono stati effettuati degli interventi dal punto di vista strutturale per dotare l’esterno della struttura (soprattutto i parcheggi) di apparecchi di videosorveglianza. A questi si somma la segnalazione informatizzata degli episodi che ci consente di effettuare un’analisi rapida sugli aspetti strutturali o comunicativi da implementare. Inoltre abbiamo previsto la costituzione di spazi dedicati per le cosiddette comunicazioni difficili: le aggressioni molto spesso sono provocate da un eccessivo carico emotivo dei familiari dei pazienti. Per questo motivo abbiamo ideato uno spazio dedicato e presidiato da almeno due operatori. Nelle aree valutate a rischio sono stati inoltre collocati dei telefoni di emergenza. Garantiamo infine l’opportunità di attivare il servizio di sostegno psicologico rivolto ai sanitari vittime di aggressioni".