NATALINO BENACCI
Cronaca

Quando la memoria diventa storia Il racconto di una bella scoperta

Il direttore del Museo. Angelo Ghiretti incontra. l’uomo che vide. la statua stele a Taponecco.

Quando la memoria diventa storia Il racconto di una bella scoperta

di Natalino Benacci

Cosa dicono le persone che trovano le statue stele? Ogni stele ha una sua narrativa ed è un privilegio ritrovare i testimoni di una scoperta eccezionale. Quella trovata nel 1975 in località Cavallino di Taponecco in Comune di Licciana Nardi, ad esempio. L’idea è venuta a Barbara Maffei titolare dell’Agriturismo Montagne Verdi di Apella, che si è impegnata a trovare il vecchio testimone del ritrovamento, durante i lavori per la manutenzione di una strada. Come avverte la scheda del Museo delle stele Ambrosi di Pontremoli il reperto "appartiene al gruppo B e può risalire all’epoca eneolitica (fra il 34003300 e il 23002000 a.C.). Presenta corpo trapezoidale con collo troncoconico e testa semicircolare. Il volto, incavato, è piuttosto lungo e stretto, a forma di U; il naso, in rilievo, è largo e lungo; la fascia clavicolare è in rilievo; gli arti superiori sono piegati e staccati ai gomiti; le mani sono rese con dei tratti paralleli. Un pugnale, raffigurato sotto le mani in posizione leggermente inclinata verso l’alto, presenta la lama triangolare larga, con costolatura mediana, e il manico con pomo semicircolare". L’indizio è il cognome della persona che aveva visto per primo e segnalato la stele: il cognome era Cinquanta. Diffuso a Tresana. Il sindaco Matteo Mastrini ha investigato perché il nonno porta questo cognome. "Mi sono ricordato che in quegli anni Settanta nel territorio operavano tre ditte che erano imparentate con la mia famiglia - spiega - e ho telefonato a mio nonno Florido, che ha 89 anni e gli ho chiesto se per caso fosse lui la persona che aveva segnalato la stele. La risposta è stata affermativa. Così con Barbara Maffei abbiamo organizzato l’incontro con mio nonno e il direttore del Museo Angelo Ghiretti". Nonno Florido ricordava bene l’episodio avvenuto durante i lavori di allargamento di una strada che era stata affidata all’imprenditore edile dall’allora sindaco Belli.

"È stata una grande emozione per tutti - aggiunge il sindaco - e spero che i ricordi del nonno siano utili al lavoro di ricerca del direttore. Ringrazio Barbara Maffei, la cui sensibilità per il territorio è preziosa". La stele di Taponecco è la 49esima dell’elenco di 85. Il riaffioramento di statue stele è iniziato a partire dal 1827 quando emerse la prima a Villa di Novà nel Comune di Zignago, appartenente al gruppo A, il più antico. Col passare degli anni altre scoperte nei primi anni del Novecento come quella di Campoli, seguita dalle nove del gruppo Pontevecchio in comune di Fivizzano e da quelle di Filetto, Malgrate e Moncigoli. Per arrivare sino al primo quinquennio degli anni Duemila quando sono state dissepolte a Mulazzo ben 8 stele di cui quattro integre, tre decapitate e un frammento di testa. La raccolta del museo, racconta uno dei fenomeni più importanti della megalitica. Le stele, figure umane maschili e femminili in forme astratte, furono scolpite nella pietra arenaria dalle popolazioni vissute tra il IV e il I millennio a.C. e rappresentano ancora oggi un enigma.