Carrara, 21 ottobre 2020 - Sessanta giorni di quarantena. Tanto è durato l’isolamento forzato di una famiglia di sette persone residente a Bonascola, nel comune di Carrara. Dal 28 agosto solo ieri pomeriggio hanno ottenuto il via libera dall’Asl per uscire nuovamente di casa. "Ora voglio andare un po’ a vedere il mare", racconta a caldo Amato Zollo, militare in pensione che dalla scorsa estate fino a ieri è stato costretto in quarantena assieme alla moglie, ai quattro figli e alla nipotina di due anni. Una vera e propria odissea che, passato lo spavento iniziale quando i primi tamponi sono risultati positivi, si è trasformata in una lunga battaglia contro i mulini a vento della burocrazia.
«Era metà agosto quando uno dei miei figli ha accusato i primi sintomi influenzali – racconta Zollo –. Si è così sottoposto a un tampone ed è risultato positivo al Covid. Per questo lui è stato messo in quarantena e anche tutto il resto della famiglia ha fatto l’esame che ha dato lo stesso esito. Era il 28 agosto quando siamo entrati tutti quanti in quarantena. Per fortuna eravamo tutti asintomatici e non abbiamo avuto grossi problemi di salute, quanto semmai per riuscire a terminare l’isolamento".
Dal primo giro di tamponi per i sette componenti della famiglia Zollo è iniziata un’autentica via Crucis fatta di tamponi, attese per i risultati e nuovi tamponi nella speranza di riuscire, finalmente, ad essere tutti dichiarati guariti contemporaneamente. "In totale – racconta Amato Zollo – ognuno di noi si è sottoposto a sei tamponi, ma non è mai accaduto che fossimo tutti negativi allo stesso tempo. Ogni volta qualcuno diventava negativo e qualcun altro no e poi, magari, al test successivo la situazione si invertiva".
Questo fino a poco meno di due settimane fa, quando sono cambiate le norme e il Governo ha stabilito di abbassare il periodo di quarantena da due settimane a 10 giorni mentre i positivi, per uscire dall’isolamento, non avranno più bisogno del doppio tampone negativo ma ne basterà uno.
«I sanitari sono venuti a casa e ci hanno detto che sarebbe stato il nostro ultimo tampone – spiega Zollo – peccato però che nessuno si è più fatto sentire lasciandoci in un vero e proprio limbo".
«Non sapevano se saremmo potuti uscire o meno e tutte le nostre telefonate agli uffici dell’Asl cadevano nel vuoto. Alla fine oggi (ieri, ndr) ci hanno finalmente risposto via posta elettronica certificata che possiamo tornare a uscire tutti quanti". Una bella notizia quindi, dopo settimane passate con angoscia per capire cosa sarebbe potuto succedere del loro destino, i giorni che non passavano mai, ma alla fine è arrivato l’esito tanto atteso da tempo e la storia fine in questa complicata odissea. c.lau.