Palazzo Ducale: una sala affollata di bambini e adulti per accogliere la favola ’Ciao mi chiamo Bessy’, scritta dalla collega Angela Maria Fruzzetti e illustrata dagli alunni della scuola Mazzini di Bedizzano, ispirata alla vita di Liliana Segre. Il timore della senatrice, che in questi giorni ha detto che "tra qualche anno sull’Olocausto ci sarà una riga, sul libro di storia, e poi neanche quella", si affronta facendo memoria e ricordando la Shoah coinvolgendo i giovani. "Angela Maria Fruzzetti c’è riuscita – ha detto il presidente onorario dell’Anpi, Dino Oliviero Bigini, commosso dalle parole della formichina Bessy –. Arrivato al punto della prigionia delle formiche, sappiamo tutti che siamo noi le formiche di cui parla Angela, agli occhi mi sono venute le lacrime perché la memoria mi ha portato indietro, nell’anticamera del vagone, con la fortuna di non essere salito su quel treno. Una favola che non è favola, ma fatti veri trasformati in favola per farli comprendere meglio, e c’è riuscita, così come ci sono riusciti i ragazzi che l’hanno illustrata".
Ha introdotto e presentato il libro la professoressa Rosaria Bonotti sottolineando il lavoro importante della scrittrice capace di entrare nel mondo dei bambini anche raccontando storie come la Shoah. "E’ importante il coinvolgimento della scuola primaria", ha detto la vice presidente della Provincia, Elisabetta Sordi, ringraziando l’autrice "per aver scelto di scrivere un libro di dolore ma di grande insegnamento. Ricordo le parole di Liliana Segre scritte per questo appuntamento, per noi, ovvero la ricerca che dobbiamo perseguire per la libertà non può prescindere dalla conoscenza".
Ha preso la parola anche l’assessore alla cultura del Comune di Massa, Nadia Marnica, evidenziando l’importanza di lavorare con i bambini per portare avanti la storia e la memoria. Il consigliere regionale Giacomo Bugliani ha visto nell’evento " la testimonianze più forte che caratterizza l’impegno sociale di Angela Fruzzetti nella nostra città e nella nostra provincia. Condanniamo oggi quelle atrocità attraverso un libro e i disegni, attraverso la cultura. In questo libro ho rivisto Terezin, luogo anticamera di morte: le raffigurazioni dei bambini delle scuole e l’arte dei bambini internati che troviamo a Terezin, che deve essere una tappa della vita personale con Auschwitz e Birkenau". Ha parlato anche l’editore Daniele Tarantino il quale ha evidenziato come la fiaba innovativa possa diventare uno strumento da adottare nelle scuole, messaggio che è stato recepito anche dal professor Vincenzo Genovese, rappresentante dell’Ufficio scolastico territoriale provinciale e dall’Anpi.
Molto toccanti le letture di Alessandra Berti con un finale affidato alla voce di Viola e Francesco. "I bambini hanno ascoltato più volte la fiaba, illustrata e riascoltata, ed è diventata parte integrante della nostra didattica – ha concluso l’insegnante Maura Fescina –. Sono diventati gli illustratori, i protagonisti. Sento molto il dovere della memoria come madre, come educatrice e ho abbracciato questo progetto perchè spero che questi bambini scolpiscano nel loro cuore queste parole e le ripetano ai loro figli". Nello sfondo della ’Coperta della Pace’, curata da Patrizia Fazzi, nella mostra curata da Luciana Bertaccini, con la musica de "La vita è bella", la giornata si è concluso lasciando nei presenti l’impronta indelebile della memoria. Alcune scuole hanno preso già contatto con l’autrice.