CLAUDIO LAUDANNA
Cronaca

"Quella medaglia, un ricordo indelebile"

Simone Del Nero vinse il bronzo con la nazionale di calcio ad Atene 2004. "La semifinale con l’Argentina il match più bello"

di Claudio Laudanna

Lorenzo, Nicholas, Emmauel, sono questi i nomi degli olimpionici carraresi di oggi, un terzetto che è in buona compagnia se si guarda alle passate edizioni. Tra i nostri concittadini che hanno vissuto le emozioni a cinque cerchi bisogna però andare indietro di 17 anni per trovare un medagliato: era il 2004, i giochi erano tornati là dove tutto era cominciato e a salire sul podio sotto il cielo di Atene fu un calciatore: Simone Del Nero. All’epoca era ancora un giocatore emergente e, dopo aver vinto gli Europei con la nazionale Under 21 l’esterno d’attacco a quel tempo in forza al Brescia riuscì a centrare uno storico bronzo anche con la selezione Olimpica. Era una squadra quella infarcita di campioni, o futuri tali, agli ordini di Claudio Gentile c’erano i vari Daniele De Rossi, Alberto Gilardino, Andrea Pirlo, Andrea Barzagli e Marco Amelia che due anni dopo avrebbero alzato a Berlino la Coppa del Mondo, per non parlare poi di Giorgio Chiellini che poche settimane fa ha vinto invece da capitano gli Europei, e tra loro Del Nero riuscì a ritagliarsi un ruolo da assoluto protagonista. "Ancora oggi quelli sono ricordi per me indelebili – racconta oggi Simone Del Nero -. Per me accade tutto velocemente e mi ritrovai nel giro di pochi mesi dal dover andare in prestito in serie C prima a giocare titolare in A e poi a vincere uno dopo l’altro Europei Under 21 e bronzo olimpico". Cosa ti viene in mente quanto ripensi a quel periodo?

"Delle Olimpiadi mi ricordo ancora molto bene l’esperienza e in particolare la vita al villaggio olimpico con gli altri atleti, anche se poi noi mangiavano a casa Italia".

E delle partite che hai giocato?

"Sicuramente la semifinale contro l’Argentina fu il match più bello. La loro era una nazionale infarcita di campioni, da Tevez a Mascherano, da Coloccini a Saviola, io entrai nella ripresa e giocai benissimo. Anche la finale per il bronzo contro l’Iraq fu emozionante, anche se devo dire che il calcio alle Olimpiadi passa un po’ in secondo piano rispetto ad altri sport e, per quanto conservi quella medaglia con estremo orgoglio, non è è paragonabile, per esempio, a quello che ho provato al vincere la Coppa Italia con la Lazio all’Olimpico".

Oggi le segui le Olimpiadi?

"Mi piacerebbe, ma non ho tempo. Ho tre bambini e poi sono impegnato con il lavoro. Alleno i Pulcini del Viareggio e poi, grazie a Giulio Dell’Amico e all’Asd Carrarese, ho la possibilità di portare avanti la mia scuola di tecnica. E’ un progetto che mi piace molto e che, coinvolgendo anche mio padre e mio fratello, mi piacerebbe sviluppare in futuro. In passato, tra l’altro, eravamo pronti ad aprire una scuola calcio a Bonascola, ma poi fummo fermati quando ormai stavamo per partire".