CLAUDIO LAUDANNA
Cronaca

Quella passione per ago, filo e metro Nel suo atelier ha vestito intere generazioni

Imparò il mestiere a otto anni. I suoi abiti hanno sfilato sulle principali passerelle tanto da tasformarlo in un’icona della sartoria maschile

di Claudio Laudanna

Elegante, distinto, artista e al tempo stesso anche artigiano, Stefano Gazzillo non era certo una persona che passava inosservata. Nei suoi occhi brillava sempre la scintilla propria di chi nella vita si è guadagnato tutto quello che ha ricevuto con il sudore della propria fronte e, in questo caso, con l’abilità delle proprie mani e la sua grande creatività. Nonostante un accento inconfondibile che tradiva le sue origini campane, di Caserta per la precisione, Stefano Gazzillo era a tutti gli effetti un carrarino doc e, soprattutto, un testimone e un protagonista privilegiato delle fortune, e dei passaggi a vuoto, della città a partire dagli anni ‘50. Gazzillo era ‘maestro sarto’ e faceva parte dell’Accademia nazionale dei Sartori’, che ha sede a Roma dalla sua fondazione, nel 1575 ad opera di Papa Gregorio XIII. Per lui ago, filo e metro erano sempre stati quasi un prolungamento naturale delle proprie mani fin da quando, a soli 8 anni, aveva cominciato a tagliare e a imbastire le prime stoffe. Nel 1955, appena 18enne, era poi arrivato nella nostra città con in tasca un mestiere che aveva già avuto modo di imparare nelle più importanti botteghe romane e che lo aveva spinto a rispondere all’annuncio della sartoria Gabrielli che all’epoca aveva bisogno di mani esperte confezionare i propri abiti.

Sotto le Apuane Gazzillo trovò l’amore della sua vita, qui si sposò e iniziò a costruire la sua fama. Nel corso della sua lunga carriera ha ricevuto riconoscimenti nazionali ed internazionali, i suoi abiti hanno sfilato sulle principali passerelle, ed è stato anche insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica. Nel suo atelier, che ancora oggi porta avanti il nipote Niccolò al piano nobile di palazzo Del Medico, in piazza Alberica, ha vestito vip, capitani d’industria e generazioni intere di carrarini tanto da diventare una vera e propria icona di stile riconosciuta in tutta Italia e anche all’estero per quanto riguarda l’alta sartoria maschile. Degli abiti da donna, d’altronde, Stefano Gazzillo non si occupava più da tanti anni, da quando il figlio Michele morì in un tragico incidente in moto.

All’epoca padre e figlio avevano un atelier a Monaco, il primo era specializzato nei vestiti maschili il secondo in quelli femminili. "Quando mio figlio ha perso la vita – aveva raccontato a La Nazione lo stesso Gazzillo qualche anno fa -. Ho fatto i bagagli e sono tornato qui, abbandonando per sempre anche gli abiti femminili. In quei tempi, la clientela era magnifica: sceglievano i tessuti, li toccavano, apprezzavano il lavoro completamente artigianale". A palazzo Del Medico il sarto aveva poi continuato a lavorare finché le forze l’avevano sorretto, ma ormai da diverso tempo, con l’aggravarsi della malattia e la scomparsa della moglie solo pochi mesi fa, si era ritirato una volta pet tutte fino a che ieri, improvvisamente, tutto è finito per sempre.