![A Carrara consiglio solenne e omaggio all’ex centro profughi di Marina. Arrighi: "Qui arrivarono 1200 famiglie trovando un luogo da cui rinascere". Due ex studenti del ’Repetti’ hanno raccontato il loro viaggio nei campi. A Carrara consiglio solenne e omaggio all’ex centro profughi di Marina. Arrighi: "Qui arrivarono 1200 famiglie trovando un luogo da cui rinascere". Due ex studenti del ’Repetti’ hanno raccontato il loro viaggio nei campi.](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NjczMDVlYzgtMDg2Yi00/0/quella-storia-da-tramandare-lorrore-delle-foibe-e-il-dramma-degli-esuli-conoscere-per-non-ripetere.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
A Carrara consiglio solenne e omaggio all’ex centro profughi di Marina. Arrighi: "Qui arrivarono 1200 famiglie trovando un luogo da cui rinascere". Due ex studenti del ’Repetti’ hanno raccontato il loro viaggio nei campi.
Diari, abiti e piccoli oggetti di uso quotidiano, che più di tante parole mantengono vivo il ricordo della tragedia delle foibe e delle tante persone vissute nei campi profughi. Interessanti gli spunti di riflessione e le esperienze raccontate nel Consiglio solenne a Carrara per il Giorno del Ricordo da un paio di ex studenti del liceo classico Repetti, Gianluca Biggi e Gaia Fanchiotti, che hanno visitato alcuni dei campi profughi nel nord est italiano attraverso l’iniziativa dei viaggi del ricordo portata avanti da alcune scuole, compreso appunto il ‘Repetti’, come spiegato dalla docente Serena Conti. Esperienza che, dal racconto dei ragazzi, permette di capire meglio il contesto e il clima di quel periodo storico.
La giornata, iniziata con la deposizione di una corona di fiori alla lapide alla colonia Vercelli a Marina, nell’ex Centro raccolta profughi di viale Galilei, è proseguita in sala consiliare a palazzo civico con la seduta solenne aperta dai saluti del presidente del consiglio Cristiano Bottici e della sindaca Serena Arrighi, che ha ricordato come, a distanza di anni, come "a Marina di Carrara passarono 1.200 famiglie di profughi e tutti loro trovarono un luogo dal quale ripartire". "Cerimonie come quelle di oggi sono importanti – ha aggiunto la sindaca – perché guardare al passato, rendere il giusto omaggio alle vittime e a chi subito violenze e prevaricazioni, ricordare le loro storie e le loro sofferenze, deve essere per noi uno stimolo per interpretare e comprendere quello che è il presente e domandarci cosa stiamo facendo concretamente perché certe cose non si ripetano più". Presenti anche l’Anpi, le autorità civili e militari, più Francesco Ostrogovich, figlio di esuli e intervenuto in rappresentanza dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Massa Carrara.
"Difficile trovare testimonianze dirette – ha ricordato Gianluca Biggi – perché tanto è stato insabbiato. Alla Risiera di San Sabba a Trieste la cosa che più mi ha colpito è la scritta di un bambino, che stava per essere fucilato, rivolta ai suoi genitori, in cui li salutava con affetto. Altri campi purtroppo sono stati smantellati". Interessante anche la testimonianza di Gaia Fanchiotti, nipote di esuli, che ha mostrato alcune foto scattate all’interno dell’ex campo profughi di Padriciano, a Trieste. "Si percepisce già entrando in quei luoghi che erano luoghi di abbandono, di solitudine – ha detto –. Tanti abiti di bambini, diari, disegni, lettere scritte dagli esuli. Mia nonna soffre molto la mancanza delle sue radici, così come quasi tutti gli esuli".
Nella parole di Ostrogovich invece il racconto del viaggio dei suoi genitori, partiti da Fiume, passando poi per Udine, Laterina ad Arezzo e infine al Centro profughi di Marina di Massa. "Ci dicevano che avevamo portato via il lavoro e le case agli italiani – ha ricordato con dispiacere – ma con gli anni le cose poi sono per fortuna migliorate. Nel 1976 sono tornato a visitare i luoghi della vita dei miei genitori. E’ stato toccante".