LUDOVICA CRISCITIELLO
Cronaca

"Quella volta del whisky a Bucci" Il bar Ducale tra passato e futuro

Un caffé tra aneddoti, speranze e sogni. Il locale festeggia oggi trent’anni dalla sua apertura nel 1994

di Ludovica Criscitiello

Trent’anni di tazzine di caffè. Al bancone, ai tavolini. Caffè e chiacchiere, quelle genuine, che fanno iniziare la giornata lavorativa nel modo migliore. Ogni giorno. Un po’ come una ripartenza quotidiana. "Quello che ricordo – racconta Stefania D’Ancona che, insieme al marito Paolo Vivoli e al cognato Roberto Vivoli, gestisce il bar Ducale davanti al municipio che oggi compie trent’anni dalla sua apertura nel 1994 – sono quei gruppi di colleghi che anni fa venivano qui a frotte. Si sedevano prima di andare al lavoro e ognuno pagava a turno la colazione a tutti. Oppure a Natale si facevano i regali. Ed erano momenti di condivisione che purtroppo con il passare degli anni hanno iniziato a scomparire. Con il Covid e l’avanzamento dello smart working poi è andata peggio ed è un peccato".

Il bar Ducale è una certezza a Massa. Per le sue vetrine sempre a tema, per le sue confezioni particolari soprattutto nei periodi delle festività. Per i suoi ripiani dove abbondano tanti oggetti rifiniti ad arte, come i gufi che in questo periodo fanno capolino. Per le sue paste, i pranzi veloci e i tavolini sempre pieni. Non si tratta solo di clienti affezionati, ma anche di amici. Bambini che sono diventati adulti, che si sono sposati e che hanno avuto figli a loro volta. E che quel caffè, seguito con cura in tutte le sue fasi, soprattutto in quello della tostatura non hanno mai smesso di prenderlo. "Ricordo quando abbiamo aperto – racconta Roberto Vivoli –. All’inizio era solo una sala. Poi abbiamo aggiunto la cucina, il bagno e l’altra saletta. E nel 2003 ecco che abbiamo deciso di rifarlo completamente così come lo vedete oggi".

Per non parlare di quando il teatro Guglielmi era aperto. "Qui passavano attori in continuazione, – ricorda Paolo Vivoli – si siedevano, chiacchieravano con noi. Non posso dimenticare quella volta in cui Flavio Bucci si sedette qui e poi ci invitò a teatro a vedere il suo spettacolo, dicendoci di passare a salutarlo nel suo camerino. Poi il giorno dopo ritornò al bar e io volevo ringraziarlo regalandogli qualcosa. Lui rifiutò. Allora gli proposi una bottiglia di whisky. Ci pensò un attimo, poi però l’accettò di buon grado". Ne sono passati tanti per il bar Ducale però è cambiata molto anche la clientela. "Un tempo il bar era un posto frequentato soprattutto da uomini, dove si discuteva di politica e sport – continua Paolo –, io credo che le decisioni politiche più importanti le abbiano prese al bar. Ora è chiaro che una gran parte di clientela è femminile. Però mancano quei momenti di aperitivi e di feste". Il periodo di pandemia è stato duro, ma al Ducale si sono attivati subito con le consegne a domicilio alla fine del primo lockdown. E lo spirito alla fine non è mai cambiato. Si riflette negli sguardi di una foto in bianco e nero che campeggia all’ingresso del locale. Che sa di passato, presente ma anche di futuro.