Massa, 20 luglio 2016 - Una dentiera ha permesso di risalire agli autori di almeno 10 rapine tra la Toscana - Massa, Cecina, Lucca - e la Liguria. Infatti, una traccia di dna trovata sulla protesi ha consentito ai carabinieri di Savona di individuare uno dei banditi e di conseguenza i suoi complici. In tutto si tratta di quattro soliti assaltare le banche vestiti da finanzieri e con barbe finte. I colpi attribuiti ai rapinatori sono avvenuti tra luglio 2015 e marzo 2016 per un bottino di 145 mila euro.
Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi nei confronti di Claudio Russo, 42 anni, Roberto Spagnoletti, 40, Raffaele Di Tavi, 44, torinesi, e Giuseppe Prochilo, 45 anni di Rivoli. I quattro sono accusati di rapina, ricettazione di auto rubata e detenzione di armi (quattro le pistole sequestrate). Russo e Prochilo erano già in carcere, Di Tavi ai domiciliari, per altri episodi.
La dentiera era stata trovata su un'auto rubata usata dai rapinatori dopo un colpo a Chiavari nel novembre scorso ed apparteneva a Di Tavi, già conosciuto dagli inquirenti. Il cellulare dell'uomo è stato così messo sotto controllo consentendo ai carabinieri di individuare gli altri componenti della banda, anche loro con precedenti penali.
L'indagine era partita dalla rapina alla Cassa di risparmio di Savona a Noli (27 luglio, 15 mila euro), ma ai quattro sono attribuiti anche i colpi in alcune banche di Marina di Massa (31 luglio), Massa (7 agosto), Cecina (28 settembre), Lucca (22 ottobre), Chiavari (23 novembre), Cecina (28 dicembre) e altre città per un bottino complessivo di 145 mila euro. In occasione dei colpi, i mezzi per la fuga erano sempre preceduti da auto non rubate che facevano da staffetta. I rapinatori cambiavano spesso anche le utenze dei cellulari e questo ha complicato le indagini i movimenti.