MICHELA CARLOTTI
Cronaca

"Recinzioni inutili per i cinghiali". Critiche all’investimento di Salt

Il sindaco di Podenzana boccia l’accordo: ""È una misura ridicola. Serve un abbattimento serio in sicurezza"

Le recinzioni anti-cinghiali di Salt

Le recinzioni anti-cinghiali di Salt

"Non è la soluzione giusta. Spendere tanti soldi per nuove recinzioni non risolve il problema della peste suina". Arriva un’altra secca bocciatura al maxi intervento da 5,6 milioni di euro che Salt realizzerà entro l’anno in base all’accordo stipulato con la struttura commissariale straordinaria per la peste suina africana e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Critico anche il sindaco di uno dei Comuni lunigianesi più esposti alla presenza di ungulati, Podenzana. "Siamo ancora in piena emergenza. – dice il primo cittadino Riccardo Varese – Io non ho mai visto tanti cinghiali in questo periodo dell’anno. Capita in estate, a giugno e luglio, ma non in questi mesi invernali". E non gli mancano gli esempi: "L’ultimo è di ieri sera, quando 6 cinghiali mi hanno attraversato la strada e, durante la nottata, un branco ha deturpato la zona lungo la strada provinciale per Montedivalli".

L’intervento di Salt servirà a chiudere i 220 varchi mappati che rappresentano potenziali punti di transito da parte dei cinghiali nelle aree sottostanti i ponti e sovrastanti le gallerie e i vari sottopassi lungo i 100 chilometri del tronco della A15 Parma-La Spezia. "Chi dice che i cinghiali arriveranno dai varchi?" domanda Varese, mettendo in dubbio più l’utilità delle recinzioni. "È una misura ridicola" sostiene. Il sindaco non si limita alla bocciatura dell’intervento ma rilancia con l’unica misura a suo giudizio efficace: "Occorre fare un abbattimento serio: in questo modo, si spendono meno soldi e il risultato è sicuro". E precisa: "Se il timore del Commissario è che i cacciatori diventino vettori del virus, si forniscano ai capicaccia le attrezzature adatte a fare abbattimenti in sicurezza. Solo questa è la soluzione giusta".

La notizia del maxi investimento è rimbalzata anche sui social dove sono divampate le polemiche: "La recinzione installata sotto il ponte di Chiosi a Podenzana – si legge in un post – è già stata riparata tre volte, in quanto sollevata dai cinghiali. Questo sta a significare quanto poco sia efficace, così come realizzata. Inoltre, ha poco senso recintare parzialmente la A15: alcuni viadotti sono nel letto del fiume Magra, ad esempio tra Lusuolo e Villafranca, e difficilmente si possono installare recinzioni dove scorre l’acqua. Proprio il Magra, con i suoi numerosi affluenti, è una via preferenziale e molto gradita al cinghiale: ho visto con i miei occhi attraversare il fiume durante una piena".

Qualcuno, inoltre, riporta l’attenzione sul problema del sovraffollamento già più volte attenzionato dai cacciatori. Secondo stime riferite dai capicaccia del distretto 9 di Mulazzo, in condizioni normali nei Comuni dell’alta Lunigiana in cui è stata invece vietata la caccia, oggi ci sarebbero circa 1500 cinghiali in meno. "Calcolando che la metà sono femmine e che ciascuna partorisce in media 4 cuccioli, si deve prevedere un ulteriore sovrannumero di ungulati già dalla fine della primavera".