
Pontremoli, è risalente al ’700 e contiene campioni di erbe locali: una preziosa memoria storica e naturalistica della flora
Un antico erbario, prezioso scrigno di biodiversità botaniche, donato dalla famigli Briganti-Cortesi di Caprio al Seminario Vescovile di Pontremoli è stato restaurato grazie al sostegno Beni culturali della Diocesi di Massa-Pontremoli e alla generosità dell’Associazione di promozione sociale "Cio nel Cuore" con altri partner. Si tratta dell’ "Hortus Siccus" un erbario secco con cartigli riportanti le didascalie in latino delle specie erbose conservate, custodito in un grande volume in pergamena composto di 16 fascicoli quaterni con 128 carte risalenti al secolo XVIII. L’erbario è composto di due raccolte di carte sciolte e rilegate.
L’opera conserva campioni di erbe presumibilmente raccolte in Alta Lunigiana e costituisce una memoria storica e naturalistica della flora locale. Lo stato dei degrado dell’opera che non ha mai subito restauri conservativi ha sollecitato l’intervento dell’associazione presieduta da Antonella Bonvicini che si è fatta promotrice del progetto di intervento dopo aver ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Naturalmente il progetto si sta svolgendo i con la collaborazione dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Massa Pontremoli. Partner sostenitori del progetto sono i Comuni di Pontremoli e Filattiera, l’Associazione culturale Vasco Bianchi, il Caffè letterario di Roberto Bresciani e la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. L’Hortus Siccus costituisce un unicum per tipologia e memoria storico-naturalistica. E’ stato deciso di dedicare questo sforzo al progetto di restauro per mettere il reperto in sicurezza visto che per la fragilità delle erbe essicate contenute rischiava di deteriorarsi irreparabilmente. L’operazione è risultata molto complessa ed è durata due anni di lavoro ma alla fine costituirà un’importante opportunità per poterla esporre ad una vasto pubblico attraverso visite guidate, manifestazioni, conferenze ed attività imperniate sulla necessità di preservare il prezioso patrimonio culturale lunigianese con particolare riferimento a quello bibliografico custodito nella biblioteca del Seminario.
L’intervento di recupero conservativo è stato affidato al Laboratorio di restauro beni archivistico-librario Quadri-Folio di Elisa Battilla. Il lavoro è stato suddiviso in tre lotti ed ora è visitabile alla Biblioteca del Seminario, formatasi a partire dagli ultimi anni del XVIII° secolo. Conta su circa 50mila volumi, tra cui numerose cinquecentine e incunaboli, oltre a raffinate edizioni bodoniane di libri donati dal duca Carlo III di Parma. Sono 138 le edizione bodoniane presenti nella Biblioteca del Seminario arrivate in dono dalla Palatina di Parma assieme a 2.231 volumi di svariati argomenti, nella metà dell’Ottocento. La Biblioteca pontremolese contò inizialmente sul fondo antico dell’ex Convento dei Frati Minori soppresso dal Governo granducale (1783): cinquecentine malandate a cui si aggiunsero quelle del soppresso convento di san Francesco di Fivizzano (181). Un po’ alla volta soprattutto per impulso del vescovo Michelangelo Orlandi la dotazione libraria aumentò anche per le donazioni private di fondi librari dei docenti del Liceo vescovile come Luigi Marsili, fisico di fama nazionale, Giovanni Ceppellini, Giovanni Cristoferi. Successivi altri lasciti di Luigi Bocconi, Luigi Corradini e don Emilio Cavalieri, incrementarono ulteriormente il patrimonio libraio, assieme alle donazioni Bologna e Cortesi-Corradi.
Natalino Benacci