I numeri confermano la precarietà del lavoro in provincia: nel 2023 sono state fatte 4.181 assunzioni a tempo indeterminato, a fronte di ben 10.214 assunzioni a tempo determinato, a cui poi aggiungere 3.686 stagionali, 1.437 in somministrazione e 2.290 con contratto intermittente. Disparità confermata anche dalle cessazioni dei rapporti di lavoro, che indicano 5.639 cessazioni a tempo indeterminato e 7.625 a tempo determinato. La retribuzione media settimanale e giornaliera risulta più bassa rispetto al dato regionale e nazionale, con la sola eccezione del settore dell’estrazione di cava, che in quel caso registra dati più alti, unica eccezione.
In aumento il dato occupazionale complessivo, che dal 60,7 per cento del 2022 è passato al 66,1 del 2023, superiore rispetto all’attuale media regionale. Oltre al tasso di occupazione aggiornato al 66,1 per cento, va poi aggiunto un 6,1 di tasso di disoccupazione e un 29 per cento per tasso di inattività. In aumento anche la richiesta di ammortizzatori sociali per cessazione del rapporto di lavoro, che passa dalla 7.140 richieste del 2021 alle 8.638 del 2023. Per quanto riguarda la cassa integrativa, è ormai scomparsa la cassa integrazione in deroga. A Massa Carrara nel 2023 la domanda di cassa integrazione è aumentata del 2% rispetto al 2022, con la causale più diffusa che riguarda gli eventi atmosferici.
In linea con l’andamento regionale le entrate contributive dell’Inps, che dai 341 milioni di euro del 2022, salgono a 358 milioni nel 2023. Sono 53.602 i pensionati Inps nel 2023. In leggero aumento infine i beneficiari di vari ammortizzatori sociali, come la cassa integrativa. Se nel 2022 risultavano 2.796 beneficiari, il dato 2023 sale a 2.843. Un altro dato interessante riguarda i controlli di Inps legati all’attivitò di vigilanza ispettiva. Un dato in questo caso disponibile solo a livello regionale ma comunque indicativo. Nel 2023 nelle dieci province toscane, a fronte di 1.168 ispezioni sono state segnalate ben 1.007 aziende irregolari, 596 lavoratori in nero, 11.892 lavoratori irregolari e 1.250 disconosciuti, per una cifra di 34 milioni di euro di evasione contributiva accertata.
Daniele Rosi