"Ricomincio dagli altri". Dal commercio al dono

L’impegno di Guido Ferrari, storico commesso del negozio Montanelli di Massa "La Caritas mi dato la voglia di ripartire dal mio lavoro per una nuova missione".

"Ricomincio dagli altri". Dal commercio al dono

"Ricomincio dagli altri". Dal commercio al dono

"La Caritas mi ha dato la voglia di ricominciare, alla mia età, una storia partendo dal mio lavoro con cui da anni avevo chiuso". E’ emozionato Guido Ferrari, uno dei volontari dell’"Armadio solidale", una vita dietro al bancone del negozio di abbigliamento Montanelli. "Ho smesso – dice – pur mantenendo una rapporto collaborativo con i titolari con cui sono cresciuto". Nel centro di via Cavour la sua passione, il suo amore e quello degli altri volontari, è tangibile. Come è tangibile la professionalità di Guido Ferrari, oggi messa al servizio della solidarietà. Di quei capi di abbigliamento, scarpe e accessori, disposti con gusto e cura, come fosse un negozio, conosce l’essenza, sa come valorizzarli e chi può indossarli ancora. "Dietro ogni pezzo c’è una storia". sottolinea.

Dopo tanti anni di lavoro da “Montanelli” a Massa, ora ha deciso di mettere le sue capacità a servizio della comunità nel centro della Caritas con cui Stefano Montanelli ha collaborato e continuerà a collaborare, portando molti capi nuovi, da esporre insieme a indumenti rinnovati, sanificati e rigenerati, oggetti come nuovi non solo da sfruttare ma da accogliere creando un rapporto speciale.

"Non esistono scarti – osserva Ferrari – : ogni cosa ha il suo valore. Dopo un’ esperienza al centro di ascolto, so quanto sia importante essere vicini a chi si trova in momenti di difficoltà. La povertà è sempre più diffusa. La Caritas mi ha dato la voglia di ricominciare una storia nuova partendo dall’esperienza del mio lavoro. Da anni avevo chiuso con il negozio anche se davo la mia collaborazione, ma ritrovarmi a occuparmi di questo luogo per altri nobili scopi, è commovente. Da solo non avrei mai potuto fare nulla per cui ringrazio chi ha collaborato, chi ha offerto la propria vicinanza alle famiglie bisognose. Vorrei con questo gesto trasmettere, come hanno trasmesso a me, l’amore della condivisione. Un negozio non deve guardare solo al cassetto ma anche ai rapporti umani, far capire l’importanza di ciò che acquista e conservarlo nel miglior modo possibile. In questo spazio solidale ci sono cose che hanno un grande valore, per l’attualità, per la qualità dei materiali. Non c’è nessuna intenzione di fare concorrenza ai commercianti, ma l’obiettivo è aiutare e spronare a cambiare mentalità sul valore di ciò che si compra". Guido è emozionato: c’è molto del suo amore negli abiti piegati, ordinati, esposti e valorizzati. Ci sono le sue cure e la sua professionalità. Al suo fianco altri cinque volontari, ma ne servirebbero altri per poter garantire aperture prolungate dell’"armadio solidale".

Angela Maria Fruzzetti