ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Rilancio della Imm. Ma c’è chi dice no. Imprenditori tiepidi sugli eventi fieristici

Riscuote scarso entusiasmo a Verona la proposta del leghista Barabotti. Il parlamentare aveva sottolineato la necessità di recuperare la fiera locale.

Riscuote scarso entusiasmo a Verona la proposta del leghista Barabotti. Il parlamentare aveva sottolineato la necessità di recuperare la fiera locale.

Riscuote scarso entusiasmo a Verona la proposta del leghista Barabotti. Il parlamentare aveva sottolineato la necessità di recuperare la fiera locale.

Grande successo per le aziende apuane che partecipano alla Marmomac di Verona, la fiera del marmo e delle macchine che chiuderà i battenti oggi. Dodici padiglioni per un totale di 1.485 aziende espositrici, di cui il 68% estere provenienti da 55 nazioni, buyer giunti da più di 130 paesi e una superficie espositiva di 74mila metri quadrati. Sono i numeri di questa edizione di Marmomac, il salone che ormai è diventato il punto di riferimento per l’intera filiera della pietra naturale, dalla cava al prodotto lavorato, dalle tecnologie ai macchinari e utensili, dove il padiglione apuano gioca semrpe la parte del leone per inovazone, stand blasonati, presenze di archistar e nuove tecnologie applicate alla pietra naturale.

Nel frattempo, contattati dal nostro giornale, gli industriali apuani non dimostrano tutto quell’entusiamo sulla proposta di rilanciare la fiera locale e di aprire gli Stati generali del marmo avanzata dall’onorevole Andrea Barabotti (Lega). Sono piuttosto tiepidi sull’ipotesi di riproporre a Carrara la nostrana Marmotec, che in passato ha vissuto momenti gloriosi portando imprenditori e architetti di tutto il mondo in quei padiglioni che oggi sono diventati Carrafiere. Nonostante non ci sia una posizione ufficiale, qualche frase ha messo in risalto l’inutilità di ripetere una fiera del marmo e delle macchine a Carrara, non essendo più brillante come in passato neppure quella veronese, segno che i prodotti che imitano la pietra naturale vengono impiegati sempre di più, vuoi perché più economici vuoi perché meno bisognosi di manutenzione. Senza contare che nei repentini cambiamenti del momento anche il mondo delle fiere ne esce un po’ appannato. Insomma, l’appello dell’onorevole massese Barabotti non ha raccolto l’entusiasmo degli imprenditori carraresi. Il politico ha parlato della necessità di creare degli stati generali del marmo per rafforzare il settore, unendo categorie economiche, sociali e istituzioni per fare squadra e ritrovare il protagonismo perso dal territorio dopo la chiusura della fiera Marmi e macchine apuana. E questo secondo Barabotti può passare solo attraverso il rilancio globale del marmo e dei padiglioni del complesso fieristico marinello, anche e soprattutto attraverso la creazione di un marchio del marmo. Tutti temi di cui si parla da anni ma che non hanno mai avuto gambe. Qualcuno dice per colpa della politica qualcun altro per colpa degli imprenditori. Ma per il futuro un serio ragionamento sul rilancio del marmo, così come propone Barabotti, andrà fatto.

Intanto a Verona anche per tutta la giornata di ieri gli imprenditori apuani sono stati impegnati nell’accoglienza di clienti e visitatori, e come sempre c’è stata la gara a chi allestiva lo stand più bello. Non solo marmi e macchine, in fiera a Verona c’è stato spazio anche per la famosa tracciabilità rappresentata da Claudio Morelli della Apuana Sb, azienda specializzata appunto in tracciabilità e sistemi anticontraffazione, che oltre ad avere un proprio spazio nell’area Start up curato da Ice e Confindustria Marmo Macchine, ha realizzato il chip di garanzia e autenticità apuano del giaguaro in Calacatta macchia vecchia esposto nello stand Max Marmi di Claudio Santi e Massimiliano Merciadri.