
La giunta Arrighi da tempo in odore di rimpasto
"Maschilismo e patriarcato". Così un gruppo di cittadine di sinistra, di associazioni e rappresentanti civici commenta i rumors che girano da tempo su un rimpasto di giunta della squadra di Serena Arrighi che dovrebbe vedere la sosituzione dell’assessore allo Sport Lara Benfatto e di quella ai Lavori pubblici Elena Guadagni. Due figure, una in quota al Partito democratico e una al Psi, che dovrebbero essere sostituite, a sentire le voci di corridoio di via Groppini, da assessori uomini. I firmatari aggiungono anche la figura di Gea Dazzi, assessore alla Cultura, anch’essa in quota Pd, che essi sostengono venga fatta fuori.
"Tre donne sostituite. Una scelta che sa di maschilismo e patriarcato. Apprendiamo dalla stampa, con preoccupazione, in vista di un prossimo rimpasto di giunta, l’intenzione di sostituire ben tre assessore. Una scelta che non può passare inosservata né essere liquidata come una semplice dinamica amministrativa – scrivono i firmatari in undocumento –. Al contrario, si configura come un segnale politico chiaro e inquietante. In un Paese dove la parità di genere è ancora un obiettivo lontano, un’operazione del genere rischia di rappresentare l’ennesima dimostrazione di una visione maschilista e patriarcale del potere, dove le donne vengono considerate intercambiabili, sacrificabili e sempre un passo indietro rispetto agli uomini. Ci chiediamo se la competenza, l’esperienza e l’impegno delle assessore in uscita siano stati valutati con la stessa attenzione riservata ai loro colleghi uomini. Oppure se si stia scegliendo di relegare le donne a ruoli marginali, in nome di equilibri politici che parlano un linguaggio vecchio, esclusivo e profondamente discriminatorio. Rivendichiamo una politica diversa, che sappia riconoscere il valore delle donne non come quota da riempire, ma come risorsa per costruire istituzioni inclusive. Non si può parlare di rinnovamento se a pagare sono le donne". Chiedendo un chiarimento e invocando criteri di trasparenza, equità e rispetto della rappresentanza di genere, la lettera porte le seguenti firme: Collettivo InForMale, Centro Aldo Mieli, Giuliana Andreani, Alessandra Battistini, Elena Beisso, Eleonora Biancolini, Margherita Dogliani, Carolina Farneti, Rosanna Liggio, Marta Matteini.