Rinasce l’oratorio di Santa Croce. Il recupero a 20 anni dalla chiusura

Ok al progetto esecutivo redatto dall’architetto Sacchetti in collaborazione con la Curia e don Primiero. I lavori saranno finanziati dal Pnrr grazie all’opera del deputato Amorese e del coordoinatore Guidi di FdI .

Rinasce l’oratorio di Santa Croce. Il recupero a 20 anni dalla chiusura

Ok al progetto esecutivo redatto dall’architetto Sacchetti in collaborazione con la Curia e don Primiero. I lavori saranno finanziati dal Pnrr grazie all’opera del deputato Amorese e del coordoinatore Guidi di FdI .

Sarà recuperato l’oratorio di Santa Croce, o chiesa della Madonna della Tecchiarella, che s’incontra tra Pariana e San Carlo. Un edificio religioso finito di costruire nel 1690 come recita la lapide sopra la porta. Grazie a un progetto già esecutivo, il deputato di Fratelli d’Italia, Alessandro Amorese e il coordinatore provinciale Marco Guidi hanno potuto lavorare e ottenere dai fondi del Pnrr un finanziamento di 715 mila euro per mettere in sicurezza la chiesa. "Stiamo tornando sui luoghi nei quali abbiamo annunciato finanziamenti governativi" ha spiegato Amorese, aggiungendo che grazie ai 5 milioni di euro del Ministero della cultura a breve partirà anche il bando per l’affidamento dei lavori a Palazzo Ducale. "La parte burocratica sta proseguendo e la Provincia, in qualità di stazione appaltante, sta portando avanti il lavoro con il Ministero" assicura. Ma torniamo a Pariana. "E’ una delle chiese che il Ministero della cultura con i fondi Pnrr vuole mettere in sicurezza e ristrutturare – ha spiegato Amorese –. Esiste già un progetto esecutivo grazie al lavoro dell’architetto Ferdinando Sacchetti in collaborazione con la Curia e il parroco don Primiero Scortini, ed è una base di partenza fondamentale. Siamo alle soglie dell’inizio dei lavori. Una volta superati gli aspetti burocratici, il ministero chiede ufficialmente al Comune di Massa di essere la stazione appaltante in connessione diretta con chi ha fatto il progetto, curia e parrocchia. Del progetto si occupa anche la direzione generale della sicurezza del Ministero in quanto parliamo di chiese, situazioni molto delicate che necessitano di controlli adeguati. Ci teniamo a rendere fruibili queste chiese per il significato, per le popolazioni locali e anche per valorizzare le nostre frazioni montane".

Il santuario sorge sopra il cimitero di Pariana ma oggi è in pessime condizioni e rischia di franare sulle tombe. "Siamo soddisfatti perché abbiamo intercettato questo importante finanziamento grazie all’azione del progetto esecutivo già presente – ha aggiunto il coordinatore Guidi -: 715 mila euro che permetteranno di mettere in sicurezza questa chiesa restituendola alla comunità". Soddisfatto anche l’architetto Ferdinando Sacchetti, ma non fino in fondo: "Da un anno abbiamo presentato il progetto alla soprintendenza e ancora non c’è stata risposta. Noi siamo fermi mentre la chiesa si muove". Il deputato Amorese ha garantito che solleciterà l’ente per far partire al più presto i lavori.

Nel 1824 don Domenico Mannini scriveva che "la seconda messa non si può più celebrare in Santa Croce perchè, dopo che fu spogliata dai ladri al tempo dei Francesi, che portarono via tutti i candelieri, il calice, due pianete, tovaglie e tutto quanto vi era di buono, era rimasta sprovvista e priva di tutte le sue entrate". I sepolcri interni era già saturi nel 1822 così nel 1835 si cominciò a cercare un luogo dove realizzare un cimitero, individuando l’area lato mare laterale alla chiesa. Fu costruito il cimitero su più piani, di cui uno lungo il muro dell’oratorio, ma come annunciò l’ingegner Isidoro Raffo, si mostrò subito inadatto. Gli interventi successivi, tra cui la realizzazione di loculi appoggiati al muro della chiesa lato mare e la realizzazione di una strada di accesso lato monte chiudendo lo scannafosso, come ha ricordato l’architetto Sacchetti, hanno aggravato la situazione. Il tornado dell’aprile 2005 scrive poi la parola fine all’utilizzo dell’edificio. Oggi la parete lato strada è inclinata e spaccata, ha ceduto metà del pavimento. Tanti i problemi strutturali descritti nelle 64 tavole del progetto dell’architetto Sacchetti, a cui hanno collaborato il geologo Marco Zollini, l’ingegner Giacomo Bizzarri, il restauratore Luigi Pandolfo, l’elettricista Marcello Bandini.

Angela Maria Fruzzetti