CARRARA
Le industrie della provincia producono lavoro, e a differenza della Toscana a Massa Carrara il settore è in crescita. Il dato emerge dallo studio di Andrea Figaia, il segretario confederale Cisl Toscana nord Massa Carrara, che parla di "una bella vivacità occupazionale".
Secondo lo studio del sindacalista è in crescita anche l’occupazione nel settore dell’ospitalità, in particolare per quanto riguarda il lavoro al femminile, in particolare negli alberghi. In perdita i posti di lavoro nella scuola anche per colpa dei contratti macedonia. "Il dato generale rimane positivo e potrebbe confermare una crescita sostanziosa dell’occupazione – spiega Figaia –, anche sommando sia il tempo indeterminato con quello determinato. Risente però di una sensibile riduzione di assunzioni, quest’anno nel primo semestre, nei settori pubblici, rispetto ad un anno fa (rispetto al primo semestre 2022), altrimenti il dato generale risulterebbe sensibilmente più sostanzioso. In questi settori pubblici le assunzioni non avvengono per diretta corrispondenza tra esigenze e volontà, ma risentono invece di aspetti burocratico normativi che dettano i tempi, obbligatoriamente".
Figaia invita a ragionare anche sul commercio "c’è uno strano aumento del commercio in un contesto dove chiudono i negozi e la gente compra online – prosegue il sindacalista – un’anomalia positiva che merita una riflessione". Proseguendo l’analisi nel settore privato per Figaia "va davvero forte l’edilizia che non perde colpi, e l’industria con un trend invece robusto e continuo (fanno da traino Baker Hughes Pignone, Asti e Tigs Marina di Carrara. Bisogna impegnarsi per stabilizzare il lavoro visto che questo settore è in crescita".
Per quanto riguarda la mancanza di giovani iscritti e interessati al corso post diploma recentemente organizzato, Its in meccatronica dell’associazione industriali, presentato nei giorni scorsi, Figaia avanza due proposte. "Come sindacato ci stiamo impegnando al massimo per pubblicizzarlo – conclude il segretario della Cisl –, ma si fatica a trovare iscritti. Le mie due proposte sono di stanziare a livello regionale dei soldi per i ragazzi che vogliono partecipare. Le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e spesso si preferisce un lavoro al nero o con un contratto precario anziché mandare i ragazzi a studiare. L’altra proposta è quella di assumere i ragazzi dai 18 ai 19 anni visto che ci sono numerose agevolazioni. E queste grosse aziende – conclude la riflessione di Figaia – non dovrebbero avere particolari problemi ad assumere questi giovani".