In arrivo i ristori per gli allevatori a sostegno delle spese nella realizzazione di misure di difesa del bestiame sempre più esposto alle aggressioni dei lupi. E’ di prossima uscita il bando della Regione Toscana che destinerà 5 milioni di euro agli allevatori che esercitano il pascolo su territorio regionale. Il provvedimento è stato approvato nell’ultima seduta della Giunta regionale, con una delibera proposta della vicepresidente ed assessora regionale all’Agricoltura Stefania Saccardi.
Il bando sarà emesso entro novembre e prevede un pagamento annuale per ettaro di superficie pascolata. Per essere ammessi a finanziamento, inoltre, i pascoli dovranno avere una superficie almeno 5 ettari per gli ovini e i caprini e di 10 ettari per i bovini, e dovranno essere in possesso di un codice allevamento attivo in Bdn o di un proprio fascicolo aziendale di superfici oggetto di pascolo. Per accedere al bando, inoltre, gli allevatori dovranno dimostrare di possedere uno o più cani di razze specifiche per la guardiania e di utilizzare per il ricovero notturno del bestiame strutture con recinzioni perimetrali fisse o una stalla. Il contributo erogato sarà determinato in base al numero di ettari di superficie oggetto di impegno e in base alla specie allevata.
"I ristori sono utili a patto che siano una parte della soluzione – commenta il sindaco di Tresana e assessore alla Protezione civile dell’Unione Comuni, Matteo Mastrini –. Ministero e Regione Toscana dovrebbero compiere verifiche sul territorio lunigianese per capire come la specie lupo si sia modificata. Servirebbe uno studio scientifico approfondito per comprendere la dimensione del problema e per trovare soluzioni efficaci. Inoltre, ritengo che la situazione sia complessa dal punto di vista dell’equilibrio ambientale. I lupi spingono a valle i cinghiali, la cui popolazione è fuori controllo e sta creando ingenti danni alle attività agricole locali. Mi sto adoperando per inviare un documento ufficiale sia agli organi regionali che al commissario straordinario alla Peste suina africana per chiedere di ripristinare la caccia nelle aree dove attualmente vigono restrizioni anti-Psa. Oltre 100 attività di controllo attivo a partire da luglio ci hanno consentito di raccogliere dati confortanti: sul territorio non si sono più ripresentati casi di carcasse di cinghiale contagiate dal virus. E’ quindi imprenscindibile considerare gli effetti economici di questa scelta".
Ilaria Vallerini