"E’ sotto gli occhi di tutti che ancora una volta si è scelto di tagliare sul corpo delle donne". Non usa mezzi termini Rossana Tongiani, medico alla Cardiologia del Noa e coordinatrice dei medici Asl nord ovest funzione pubblica Cgil. "Noi, come medici, siamo qua – ha detto a margine del presidio di ieri – per difendere un servizio di qualità e attrattivo che pone al centro la donna e il bambino. Al contempo rappresenta una sicurezza per l’operatore perché sono procedure altamente qualificate. Vogliamo difendere questo livello assistenziale su cui la regione Toscana ha sempre mantenuto un ottimo livello".
"Questa prima settimana – ha sottolineato – non ha fatto altro che confermare la necessità della presenza dell’anestesista attivo notturno. Si sono verificate una serie di urgenze ostetriche e ginecologiche che hanno richiesto per lungo tempo la presenza di un anestesista e dunque si è ricorsi alla pronta disponibilità. Tra queste anche emergenze importanti che testimoniano come per mettere al centro la sicurezza del paziente, la figura dell’anestesista dentro all’ospedale h24 sia fondamentale. Inoltre, in caso vi sia un numero medio di 3 chiamate settimanali della durata media di 3 ore per chiamata (su base quadrimestrale), l’azienda sarebbe tenuta a valutare la sostituzione del servizio di pronta disponibilità con la guardia attiva. In una sola settimana abbiamo ampiamente superato gli orari che inducono a pensare di riattivarla. Tenuto conto poi che questo è un territorio in cui vengono effettuati 1200 parti all’anno, diversamente da altre realtà".
"L’azienda ha spiegato che anche gli altri ospedali sono già organizzati in questo modo – ha evidenziato il segretario provinciale Cgil Del Vecchio – dimenticandosi di aggiungere che quegli ospedali hanno la metà o un terzo dei posti letto in terapia intensiva oppure nella stessa area hanno più punti nascita. Omogenizzare al ribasso non va bene, chiediamo che siano mantenute le peculiarità territoriali".
Insomma un cambiamento che fa parlare. Già nelle settimane passate alcuni ex primari erano intervenuti sollevando perplessità e mostrando preoccupazione. "Un passo indietro di 20 anni", aveva detto Franca Leonardi, tra le fautrici del servizio dedicato alla donna partoriente. Forti le preoccupazioni anche dei dottori Alberto Baratta e Alberto Rutili, posizioni che l’Asl non ha “digerito“ dando mandato all’Ufficio legale di "valutare e attivare azioni, sia penali che civili, utili a difendere la verità".
I.V.