"Salute e lavoro ignorati. Piano strutturale opaco"

Il Partito Repubblicano critica il nuovo Piano strutturale di Massa per mancanza di concretezza e propone focus su salute, lavoro, infrastrutture e recupero del centro storico.

"Salute e lavoro ignorati. Piano strutturale opaco"

Il Partito Repubblicano critica il nuovo Piano strutturale di Massa per mancanza di concretezza e propone focus su salute, lavoro, infrastrutture e recupero del centro storico.

Mancano volto e anima alla proposta di nuovo Piano strutturale di Massa, quelle che il Partito Repubblicano chiama ‘idea di città, un progetto di una prospettiva di cambiamento’ criticando così il documento elaborato dall’amministrazione di Massa. "Sono innumerevoli i punti in cui si dice che si può fare una cosa o l’altra senza mai prendere una posizione precisa. Un modo di affrontare i problemi che fa nascere il sospetto che in realtà si vogliono mantenere le mani libere per poter poi fare ciò che non è politicamente dichiarabile". I Repubblicani individuano invece le 4 colonne che dovrebbero sostenere il Piano: "Salute, lavoro, infrastrutture, stato di decadimento del centro storico". E analizzano i punti: "Se fosse stato realizzato il tanto richiesto registro dei tumori avremmo oggi la consapevolezza di essere di fronte ad una situazione allarmante e pericolosa legata alla presenza di aree fortemente inquinate. La bonifica di queste aree costituisce quindi una priorità irrinunciabile. Occorre poi ridisegnare la geografia delle strutture sanitarie presenti sul territorio comunale a partire dalla Casa della Salute".

Poi il lavoro perché "vuol dire fare uno sforzo per individuare quelle che sono state chiamate vocazioni del territorio e gli strumenti per valorizzarle. Per noi sono le attività produttive del secondario per l’area industriale, il turismo balneare, le attività agricole e il turismo montano per la zona collinare e montana". Sulle infrastrutture i Repubblicani rimarcano "trasporti pubblici quasi inutilizzabili, con vie di comunicazione che rendono al limite del vivibile la qualità della vita in alcune zone della città, insufficienti per favorire il rilancio economico territoriale e per contrastare il fenomeno dello spopolamento nelle zone montane". Infine il centro storico che reputano ormai "zona degradata dal punto di vista urbanistico e della pulizia, abbandonata dalle attività commerciali, senza opportunità per iniziative di carattere culturale e di confronto con la cittadinanza".