
di Francesco Scolaro
La Croce Bianca di Massa era un malato grave, con una patologia che si trascinava da molti anni, almeno prima del 2017, e a cui il Covid non ha dato scampo. Un debito da oltre 600mila euro che poteva essere risanato grazie alla manovra di salvataggio studiata e messa in atto dal 2018 da Anpas Toscana che prevedeva un’uscita dalla situazione debitoria nel giro di 10 anni. Poi l’arrivo della pandemia che ha messo in crisi costi e servizi. Le misure del Governo avevano congelato tutti gli oneri bancari e correlati. Ma a fine ottobre dell’anno scorso tutte le misure di salvaguardia sono venute meno. Così i creditori hanno iniziato a bussare alla porta, sono arrivati i primi pignoramenti e la discesa verso il baratro è stata rapida e inesorabile. La Croce Bianca di Massa, così come la conosciamo, è destinata a sparire ma non lascerà un vuoto sul territorio.
Al suo posto, sulle ceneri di questa lunga storia di volontariato, nascerà un’altra realtà: la Croce Verde di Montignoso. In economia si potrebbe definire una manovra del tipo bad e good company, come insegna Alitalia. Ma qui si va oltre i meri aspetti finanziari perché si parla di una realtà storica che affonda le sue radici nel volontariato italiano, nella grande famiglia delle pubbliche assistenze che tanto hanno fatto per la comunità nazionale e massese. E ci sono tre obiettivi da salvare, tutti insieme o nessuno, come spiega Luigi Remaschi che mette esperienza, competenze e conoscenza del mondo della pubblica assistenza a disposizione di un progetto di salvataggio che è un’impresa non banale, sostenuto nell’impegno dalla squadra di Anpas.
E’ stato nominato presidente pro tempore della Croce Verde di Montignoso, in un direttivo che ha come vice la precedente guida, Teresa Pardini, e Marco Lo Cicero, direttore della pubblica assistenza di Pisa. Del direttivo fanno inoltre parte Claudia Ciulli, già direttrice della Pubblica assistenza di Campi Bisenzio, e Giovanni Meniconi del Consiglio regionale Anpas Toscana. "Quando sono arrivati i primi pignoramenti è iniziata una fase nuova, il coma era irreversibile – spiega Remaggi –. Abbiamo quindi pensato come fare a salvare questa realtà con tre obiettivi: il lavoro, i servizi e per la famiglia Anpas una storia di 100 anni. Non era idealistico o retorico, era la volontà: o si salvano o si perdono tutti e tre. Oltre a me tanti professionisti molto validi, fra i migliori in Toscana, insieme abbiamo studiato una soluzione praticabile e tutto è iniziato un mese fa".
In 30 giorni c’era da compiere un miracolo. L’occasione arrivava da Montignoso dove nel 2019 si era deciso di dar vita alla Croce Verde: "L’associazione era stata formata ma non nata in maniera effettiva sempre a causa del Covid – spiega ancora Remaschi –. Una scatola vuota che è diventata la chiave di volta per raggiungere tutti e tre gli obiettivi che la fine della Croce Bianca lascia scoperti. Da giugno abbiamo composto un nuovo consiglio direttivo della Croce Verde Montignoso".
Una scommessa che lascia intravedere qualche luce in prospettiva perché i dipendenti hanno accettato quel piano che prevede il licenziamento subito, come ultimo atto della Croce Bianca, per ottenere così due anni di disoccupazione speciale e se vorranno potranno contribuire, per ora come volontari, alla nascita della nuova realtà. "Dopo le riunioni con lavoratori e volontari, l’avvio delle procedure per ottenere le autorizzazioni comincio ad avere fondate speranze – conclude Remaschi –. Quando suonerà la prima sirena inizieremo una grande promozione su tutta la comunità massese, per cercare nuovi volontari. Se ci sarà bisogno di dipendenti, come ho detto in assemblea, dovremo essere immuni con 10 vaccini dai mali che hanno portato a morte la Croce Bianca: serviranno gestioni corrette, oculate, sane e responsabili senza spese alla carlona".