San Caprasio e i pellegrini. Aulla crocevia millenaria

Nell’antica abbazia una targa ora ricorda il lavoro passato per l’accoglienza . Al convegno sulla centralità della città riconoscimenti a Bugliani e Giannichedda. .

San Caprasio e i pellegrini. Aulla crocevia millenaria

Gianfranco Angeloni, volontario di San Caprasio, e l’apposizione della targa all’ingresso dell’Abbazia (foto Pasquali)

Aulla ha celebrato l’orgoglio della sua millenaria storia di accoglienza. Perché, a quanto pare, tutte le strade portano ad Aulla. Non è una provocazione, ma il titolo dell’evento che ha unito relazioni storiche, una lapider ricordo e una degustazione del pane speciale del Giubileo. Gli ‘Amici di San Caprasio’, che ancora oggi accolgono oltre mille pellegrini l’anno, in collaborazione con il Comune, hanno promosso un pomeriggio per dare centralità al ruolo che fin dal medioevo la città ha avuto come nodo viario. I saluti sono stati portati dal sindaco Roberto Valettini e dalla presidente degli Amici di San Caprasio, Lorella Giuli, poi Fabio Baroni ha affrontato affrontato il tema della centralità economica, territoriale e viaria di Aulla fin dalla fondazione. Gianfranco Angeloni e Riccardo Boggi hanno presentato un viaggio-racconto sulle tracce dei pellegrini di ieri e di oggi.

Oltre cento i partecipanti alll’evento. "La lapide posizionata è stata accolta positivamente, – ha commentato Boggi –per non dimenticare chi ha vissuto e lavorato per San Caprasio, anche il pane del pellegrino dello chef Rolando Paganini è stato apprezzato". Sono stati consegnati riconoscimenti a Giacomo Bugliani, come uomo di cultura che porta avanti il premio San Domenichino ideato dal nonno, e a Enrico Giannichedda, archeologo e autore degli scavi a Filattiera e a San Caprasio. "L’amministrazione – aggiunge il sindaco Valettini – ha presentato la segnaletica turistica da apporre ai vari ingressi della città. L’incontro riconferma la centralità di Aulla come nodo viario, si è mantenuta e implementata nel tempo, questo deve renderci orgogliosi e responsabile di una promozione continua del territorio".

Sono tanti i camminatori attesi per il Giubileo del 2025, e vicino all’abbazia troveranno un Museo del Pellegrino. "Dal 2014 – dice Gianfranco Angeloni, volontario che si occupa del’accoglienza –, abbiamo accolto circa 1.300 pellegrini ogni anno, in due annate abbiamo superato i duemila. Oltre agli italiani ci sono molti francesi, ma anche giapponesi, brasiliani, neozelandesi, arrivano da tutto il mondo. Sono aumentati quelli in bici, di solito mettono il timbro e proseguono, non si fermano a dormire. Il prossimo anno avremo maggior affluenza, per il Giubileo. In maggioranza contiamo uomini, ma ci sono anche tante famiglie con bambini, soprattutto in estate".

L’accoglienza ai pellegrini è la prima entrata della parrocchia ed è gestita dai volontari, che si dividono i turni mattutini e pomeridiani. "Offriamo 38 posti letto, le persone che si fermano arrivano da Pontremoli, le guide la indicano come una tappa molto impegnativa, spesso arrivano stanchi" spiega Angeloni. Basta consultare il libro con le firme per scoprire storie curiose. "Ricordo un medico argentino molto allenato – aggiunge –, era appassionato di erbe e ungenti, aveva curato i piedi a tutti i pellegrini presenti in ostello. E’ passata una famiglia di Milano con i tre figli: li stavamo aspettando ed erano ancora a Fornoli, quindi mi sono offerto di andare a prenderli in auto. Papà e bimbi sono entrati subito in macchina, erano esausti, la mamma invece aveva voluto raggiungerli a piedi, dicendo che aveva ancora bisogno di stare sola e di camminare".

Monica Leoncini