
Per la festa del patrono le formiche volanti si infilano in chiesa e poi muoiono. Ciò accade immancabilmente ogni anno ad Arzelato nel giorno di San Michele, il 29 settembre. Le formiche alate compaiono nell’edificio religioso così com’è stato descritto oltre 400 anni fa in cronache e documenti. Il fatto nel passato veniva considerato da molti come miracoloso tanto che un parroco inviò addirittura una petizione alla Santa Sede per chiedere, in occasione della festa di san Michele, l’indulgenza plenaria. "Ancora oggi per la ricorrenza del patrono le formiche alate invadono la chiesa e il campanile e si dispongono sulle pareti quasi a ricoprirne tutta la superficie", spiegano gli anziani residenti. Tengono moltissimo al loro singolare prodigio che un tempo veniva interpretato come un segno celeste. Secondo padre Bernardino Campi, che scrisse le “Memorie storiche di Pontremoli“, la chiesa di San Michele di Arzelato risale al 456, ma la costruzione avvenne forse in epoca longobarda. Il tempio risulta iscritto negli elenchi degli estimi della diocesi di Luni del 1470 alle dipendenze della Pieve di San Cassiano di Urceola mentre il fenomeno delle formiche volanti sembra comparso con la fondazione della chiesa nel paese. "Nel tempo la presenza delle formiche volanti il giorno di san Michele – racconta il professor Giuseppe Benelli – è stata interpretata dalla gente come una conferma ultraterrena della giusta decisione di costruire il tempio all’interno del paese e non fuori come si usava allora nei fortilizi bizantini". Secondo Benelli la minor presenza negli ultimi anni delle formiche alate potrebbe essere stata causata dall’installazione ad Arzelato di un gran numero di ripetitori di segnali radio televisivi e telefonici. "Forse scientificamente il fenomeno lo potranno spiegare i naturalisti – dice il sindaco Jacopo Ferri – ma l’invasione delle formiche da sempre richiama gesti di fede".
Natalino Benacci