REDAZIONE MASSA CARRARA

Sanac 'abbandonata' dal Comune. Nessun documento unitario

Bagarre tra i partiti e I l consiglio non riesce a stilare una nota di sostegno e solidarietà agli operai La Rsu: "Una risposta vergognosa e poco rispettosa. Ma andiamo avanti lo stesso nella battaglia"

Nicola Del Vecchio della Cgil

Massa, 27 ottobre 2021 - Il consiglio comunale di Massa non è stato in grado di stilare un documento unitario di sostegno e solidarietà agli operai della Sanac impegnati da mesi (anni) in una dura vertenza in difesa dello stabilimento e del loro posto di lavoro. Com’è noto, lunedì pomeriggio un gruppo di lavoratori della Sanac, insieme ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, si è presentato in consiglio comunale – tornato in presenza dopo un anno e mezzo – per leggere un documento e chiedere il sostegno delle forze politiche massesi. Finito l’intervento degli operai, si sono riuniti i capigruppo per stilare una nota e presentarla al consiglio per l’approvazione. I capigruppo, a fatica, avevano anche raggiunto un accordo di massima ma poi, in consiglio, sono emersi i distinguo e le divisioni dei partiti. Morale: niente documento comune a sostegno della Sanac. A rimetterci, crediamo, non sono stati solo gli operai della fabbrica e le loro famiglie, ma anche la classe politica cittadina e l’intera comunità. Questo, ovviamente, al di là delle legittime divergenze e delle diverse opinioni sulla vicenda. 

La Rsu della Sanac ha subito stigmatizzato l’accaduto, non nascondendo amarezza e delusione. "In consiglio comunale – afferma la rappresentanza sindacale dell’azienda – abbiamo letto un comunicato per esternare ancora di più la nostra situazione e soprattutto per essere sotenuti nella nostra vertenza da tutte le forze politiche del territorio di Massa. La risposta da parte di tutta la politica massese (che non si allontana molto da quella nazionale) è stata a dir poco vergognosa e poco rispettosa nei confronti degli operai della Sanac. Tutta la politica non è stato in grado di stilare un comunicato in sostegno al documento da noi presentato. La nostra delegazione, all’ennesima diatriba, se n’è andata al grido di ’vergogna’. Siamo rimasti veramente delusi che le forze politiche non si assumano le responsabilità di fronte a questo problema. Se la Sanac si salverà sarà solo grazie agli operai e alla popolazione che ci sosterrà nella nostra lotta". 

Duro anche il commento dei sindacati. "La nostra vertenza per vedere una soluzione positiva ha bisogno della politica, quella politica con la P maiuscola che affronta e prova a risolvere i problemi – afferma Nicola Del Vecchio, segretario organizzativo della Cgil –. Pur non essendo nella sede propria per dare risposta in merito alla vertenza, perchè di questo ha competenza il Governo, eravamo nell’assise cittadina consapevoli di ricevere la massima solidarietà e il massimo sostegno rispetto alle nostre rivendicazioni. Alcuni consiglieri sembravano più preoccupati di non apparire in contrasto con il ministro Giorgetti piuttosto che solidali nei confronti dei lavoratori. Una “buona politica” avrebbe impiegato due minuti votando il nostro documento esattamente com’era, non come allegato o a seguito di tutte quelle schermaglie a cui abbiamo assistito dopo quasi due ore di sospensione che hanno onestamente contribuuito ad acuire la distanza tra problemi reali di chi ogni giorno si trova a rischiare il proprio po sto di lavoro e chi si preoccupa di una virgola o di una parola". 

«Ad ogni modo – prosegue Del Vecchio – noi continueremo a portare avanti le nostre rivendicazioni, ad affermare il nostro diritto al lavoro e a denunciare quanto sta accadendo. Perchè è bene che tutti lo sappiano Sanac è un’azienda sana, che nei primi 9 mesi del 2021 ha prodotto utili e se oggi rischia di essere ricacciata nel baratro di una vendita al buio è solo a causa della prepotenza di una multinazionale e dell’inconcludenza di un Ministero che dietro al mantra del libero mercato permette ad Arcellor Mittal di fare il bello e il cattivo tempo sulle spalle dei lavoratori, prendendosi beffa dello Stato. A chi pretende, a ragione, di difendere gli interessi del Paese diciamo che oggi la crisi Sanac è determinata dal fatto che Acciaierie d’Italia sta ordinando i propri prodotti refrattari in Polonia, pagandoli di più e scaricando sulla collettività i costi della Cassa integrazione e dell’eventuale perdita di posti di lavoro. Chi Governa questo Paese deve prendersi delle responsabilità". 

Luca Cecconi