Massa Carrara, 5 luglio 2017 - Un botto sordo, secco, improvviso e poi, quasi dal nulla, una fitta ragnatela di crepe che si apre sul parabrezza della loro auto che sta procedendo a più di cento chilometri l’ora. E’ di certo riduttivo definire come «grande spavento» quello che ha provato una coppia di turisti fiorentini che lunedì pomeriggio stava tornando verso a casa dopo una giornata passata a Marina di Massa. I due avevano da poco imboccato l’autostrada al casello di Massa quando, mentre stavano passando sotto un cavalcavia, un sasso ha colpito con forza il parabrezza della loro vettura. Fortunatamente il vetro ha assorbito l’urto e, sebbene completamente venato, ha consentito al guidatore di accostare nella corsia di emergenza e di chiamare i soccorsi. Sul posto è così arrivata una volante della polizia stradale che ha raccolto la loro testimonianza prima di acompagnarli fino al casello di Versilia. Ancora non è chiara l’esatta dinamica dell’accadduto.
«E’ successo tutto in un attimo – racconta Patrizia Bacci, la turista fiorentina che stava viaggiando sull’auto al fianco del marito –. Sul momento non ci siamo accorti di nulla, abbiamo sentito il botto e poi abbiamo visto questo sasso della misura di un pugno contro il nostro parabrezza». Quegli attimi terribili sono ancora bene impressi nella memoria della donna che li ripete con estrema precisione. «E’ accaduto alle 18.55 – spiega la signora Bacci –. Eravamo entrati da poco al casello di Massa e avevamo percorso non più di sei chilometri in direzione Firenze quando siamo stati colpiti dal sasso che ha aperto un buco nel nostro parabrezza. In quel momento stavamo passando sotto un cavalcavia e attorno a noi non c’erano altri veicoli quando siamo stati colpiti. Non abbiamo visto partire il sasso, ma possiamo dire che non veniva da sopra il cavalcavia, ma piuttosto da destra, come se qualcuno nascosto sotto il ponte lo avesse scagliato con forza in strada. Fortunatamente il vetro ha retto l’urto – conclude – e mio marito ha potuto accostare. La polizia è arrivata dopo poco e ha raccolto la nostra segnalazione, sebbene non avessimo più con noi il sasso che, dopo averci colpito, chissà dove era finito».