Massa, 2 febbraio 2020 - Un tuffo negli anni ‘80: ecco il ritorno di Savage. Il cantante e produttore discografico massese, Roberto Zanetti (in arte Savage) torna con un nuovo album dal titolo "Love and rain". Un disco che rimarca il suo stile dance anni ‘80 e la sua voce inconfondibile tra il romantico e il maliconico. Dopo il successo planetario della sua "Don’t cry tonight" che spopolò in tutto il mondo nel 1983, Savage lascia la carriera da solista e si dedica alla produzione. Fondata la sua etichetta discografica "Dance World Attack", Zanetti produce "Please don’t go" per Double You, che scala le classifiche mondiali, e anche "The rythm of the night". Poi tanti successi di Alexia, tra cui "Uh la la la" e "Ti amo, ti amo". Tra le sue tante collaborazioni anche quella con l’amico Zucchero Fornaciari. Il suo successo è planetario e numerosi sono i fan che lo attendono nuovamente sul palco. Zanetti torna a esibirsi nel 2005 in vari Paesi del mondo e prende parte a importanti festival, come "Diskoteka 80" in Russia davanti a un pubblico di 2000 persone.
Oggi il suo desiderio è quello di offrire ai fan di ieri e di oggi il suo stile musicale. In occasione dell’uscita del suo nuovo album (che da alcuni giorni si trova sulle principali piattaforme digitali), Savage si racconta al pubblico de La Nazione. Da cosa è nata l’idea di realizzare un nuovo album?
"Ho esaudito il desiderio dei miei fan. In moltissimi hanno mostrato grande interesse nei confronti della mia musica e mi chiedevano continuamente quando sarei tornato con un nuovo disco. All’inizio del 2019 ho preso la penna in mano e ho scritto di getto tutte le canzoni del nuovo album. Una dietro l’altra. In passato facevo musica per rincorrere le classifiche. Ma in questo disco mi sono concentrato unicamente sul mio stile. “Love and rain“ è un album che rispecchia a pieno gli anni ‘80, essenziali per la mia maturazione musicale". Qual è il significato del titolo «Love and rain»?
"“Love“ innanzitutto perché parecchie canzoni del disco sono incentrate proprio sul tema dell’amore. Ho aggiunto inoltre la parola “Rain“ che, oltre a comparire spesso nei miei testi, sottolinea quel velo di malinconia e di romanticismo tipico del mio stile". Come descriverebbe la sua produzione discografica? "Ho iniziato con la musica dance e il mio unico obiettivo come produttore era quello di realizzare canzoni orecchiabili e nello stesso tempo ballabili, capaci di scalare le classifiche. Nella metà degli anni ‘90 poi Vittorio Salvetti, patron e organizzatore del Festivalbar, scelse le mie canzoni come sigla del suo festival. Ogni anno Salvetti mi chiedeva se avessi dei brani da far uscire e poi aggiungeva: “So che qualunque cosa tu scrivi avrà successo“. Ero diventato il re dei tormentoni estivi". Dopo essersi dedicato alla produzione, che cosa lo ha spinto nel 2005 a esibirsi nuovamente? "Sono stati i fan. Tantissime persone da tutto il mondo continuavano a seguirmi e ad ascoltare le mie canzoni, nonostante il mio periodo di “assenza“ durante il quale mi dedicavo alla produzione discografica. È stata la presenza di un pubblico così caloroso a spingermi a tornare sul palco per cantare i miei successi. Mi sono esibito parecchie volte nei Paesi dell’est e due volte negli Stati Uniti. Ciò che mi ha reso davvero felice è stato vedere tra il pubblico anche tanti fan delle nuove generazioni: ragazzi che probabilmente sono cresciuti ascoltando la musica dei genitori". La sua esperienza all’estero? "Ho preso parte a vari festival, tra cui il Sopot International Song Festival in Polonia, per il quale sono stato chiamato come ospite internazionale. Inoltre ho partecipato a vari programmi televisivi e ho fatto molta musica nei Paesi dell’est. Lì, infatti, ho tantissimi fan e ciò che ammirano di più del mio stile è il romanticismo nel timbro della mia voce. I miei brani hanno ottenuto un successo a livello mondiale e questo è incredibile. Moltissime persone mi scrivono anche dall’Amazzonia e dal Brasile. È bellissimo vedere come la musica sia in grado di oltrepassare ogni confine e barriera". Ci parli della sua amicizia e collaborazione con Zucchero. "Ci siamo conosciuti da ragazzi. Entrambi facevamo la famosa “gavetta“, suonando nelle orchestre da ballo. Tra noi è nata subito una grande amicizia. Per un certo periodo abbiamo suonato anche nello stesso gruppo e nel corso degli anni abbiamo fatto diverse collaborazioni. Zucchero scrisse un brano per me e la mia band, i Taxi. Io ho composto insieme a lui “Baila“, “Ahum“ e “Bacco perbacco“". Qual è la canzone, tra le tante che ha composto, a esserle rimasta nel cuore? "Senza dubbio “Don’t cry tonight“. È il singolo che rappresenta la mia svolta, il brano che mi ha fatto cambiare vita. In quel periodo suonavo con una band, ma avevo un sogno nel cassetto: quello di percorrere una strada tutta mia. Il successo di “Don’t cry tonight“ è stato immediato e mi sono ritrovato al primo posto in numerose classifiche anche all’estero. A quel punto ho abbandonato la mia band e ho intrapreso la carriera da solista. “Don’t cry tonight“ rappresenta quindi il passaggio dal semplice desiderio di fare musica ad un vero e proprio boom di successo". Qual è stato il segreto del suo successo? "Sicuramente la mia grande passione per la musica è stata determinante. Poi anche la forza delle mie canzoni. Una forza che deriva molto dal timbro della mia voce, che si adatta molto ai miei brani dance, con un filo di malinconia e romanticismo".
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